Vegliardo

L'incedere un po lento, i passi stanchi,

il viso tuo di rughe ormai solcato

i pochi, attorno, tuoi capelli bianchi

l'occhio, alla vita d'oggi, rassegnato.

 

Ti guardo e penso ai fortunati figli

ai quali hai profuso, a piene mani,

la tua saggezza, l'onestà, i consigli

per farli degni di un miglior domani.

 

Non le contavi le ore di lavoro

e pochi erano i giorni della festa,

con tutta l'umiltà, col tuo decoro

sfidavi il tempo, gli anni, la tempesta.

 

Senza mai nulla chiedere hai donato

finchè le forze non ti scrisser " fine "....

lo so che qualche lacrima hai versato

vegliardo antico dall'argenteo crine.

 

Ma quella società per cui hai dato

la gioventù, l'ardore dei vent'anni,

più non ricorda: ha ormai dimenticato

e col sorriso segue i tuoi affanni.

 

Dove sei ora? Sperso in quel giardino

di un ospizio di periferia

triste perchè nessuno ti è vicino

nel tuo dolore, nella malinconia....

 

Ma che ci vuole, sul tuo serio viso,

stampare un bacio... ridare a te il sorriso?

 

                         

 

 

 

 

 

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