Pat,Pat! Dormi già Pat? "

Luigino alzò lentamente il capo dal guanciale verso il letto della sorellina. Cercò di distinguere nel buio il candore delle coltri ed il visetto di lei, ma nulla vide. Lo raggiunse solo un lieve respiro, una vocetta debole ed assonnata :

"  No, non dormo, cosa vuoi ?". Il bambino tirò un forte sospiro, quasi si rallegrasse che qualcuno come lui,  stesse vegliando nella notte buia, poi, sprofondò nuovamente fra le coltri...

" Guarda oltre il vetro, guarda quanta neve...! "

" Povero Gesù!" -  mormorò sommessamente la piccola - " come farà a nascere, stanotte con questo gelo..! Speriamo che la sua Mamma abbia qualcosa per coprirlo! " -

" Ma Gesù nascerà povero in una capanna, solo un bue ed un asinello lo riscalderanno..! " 

"Luigino" - sussurrò Pat, stringendosi infreddolita nel pigiamino rosa - "quanto mancherà a mezzanotte ? "

" Non lo so, ma stai tranquilla, ce lo diranno le campane."

" Credi che il costumino di lana del mio bambolotto e la copertina, potranno andar bene per il Gesù che nascerà nella Parrocchia?  Chissà che freddo avrà senza un camicino addosso !"

" Sì, sorellina....., ma......"

La bimba, saltò a sedere sul letto eccitata. " Cosa vuoi fare?" - la apostrofò  lui, serio e preoccupato.  "Voglio andare  a portarglieli. Accendi la candela, fai presto e.... non fare rumore...!". Scivolò dal lettino agile come uno scoiattolo. Infilò i calzini rattoppati, gli scarponcini, poi, rivolgendosi al fratello supplichevole : "Allacciameli, io... non ne sono capace...".

Il bimbo si chinò per  aiutarla, mentre le campane scandirono dodici lenti rintocchi. Pat, volse gli occhioni sgomenti intorno, cercando gli indumenti del bambolotto. Li avvolse concitata in un foglio di carta e se li strinse al cuore.

" Gesù è già nato e noi siamo ancora quì. Facciamo presto..! ". Infilarono frettolosi i cappottini sui pigiami. " Ed ora..." - si guardarono smarriti - " come usciremo ? "

" Le chiavi sono sul caminetto in cucina" - bisbigliò Pat all'orecchio del fratello - " Vai tu, prendi lo sgabello..!"

Solo pochi minuti ed il ragazzino fu di ritorno, serrando, nella manina grassoccia, la grossa chiave. Cercò nell'oscurità la serratura per infilarvela. Com'era arduo al buio! Soltanto un pallido raggio lunare, faceva capolino dalla piccola finestra nella stanza. Un raggio fioco che, accarezzando quel rettangolo di neve sul davanzale, lo faceva sembrare d'argento.

" Ecco, la chiave è entrata..." - e la vocina del bimbo, colma di sussiego, sembrò voler aggiungere : " Ci voleva proprio un ometto come me..! Queste bimbe, non se la cavano proprio in nulla! ". Ma disse soltanto, cercando la mano della sorellina con quel tono, diventato più sommesso: " Andiamo, Pat! "

Furono sulla soglia. La porta, nel chiudersi alle loro spalle, ebbe un cigolìo stridulo. " Fai piano" - supplicò la bambina - " o il babbo e la mamma si sveglieranno. Quanta neve è scesa! ". La mano di Luigino, strinse nuovamente la sua : " Su, andiamo, o Gesù Bambino, soffrirà  il freddo per tanto ancora! "

Cominciarono a camminare lentamente. Gli scarponcini, affondando nella neve, lasciavano alle spalle, piccole impronte. Anche il raggio di luna si era nascosto e quell'immensa coperta candida, dava un senso di vertigine, di smarrimento. Quasi all'improvviso, la piccola, sembrò rendersi conto dell'oscurità che li avvolgeva e la vocina supplicante, nel silenzio balbettò: " Ho tanta paura..., ho tanto freddo...! ".

" Non temere, ci sono quà io e poi....., siamo quasi arrivati. Là, potremo riscaldarci anche un poco". La bimba tacque e si strinse più forte al petto in fagottino. " Luigino" -  proferì  - " mamma dice che Gesù vede tutto e tutti, è vero? "-

" Oh, certo" - rispose il bimbo, sfoggiando ancora quel suo tono di superiorità - " la maestra mi ha spiegato che Gesù è figlio di Dio e, come tale, sa e vede tutto".

" Anche che noi stiamo andando alla chiesa? "

" Anche quello, Pat !"

" Allora, pensi ci starà aspettando? "

" Questo non lo so. Forse, piccino com'è, si sarà addormentato tra le braccia della sua mamma. Chissà che quel bue e quell'asinello bastino a riscaldarlo, fintanto che arriviamo noi! ". Con le testoline immerse in questo pensiero, proseguirono in silenzio. Pat, ora pensava alla sua mamma ignara ed addormentata. Come avrebbe voluto, in quel momento, essere come Gesù, trovarsi tra le sue braccia! Improvvisamente, una struttura cupa, si stagliò in lontananza contro il cielo. Solo una lama luminosa, dorata, rischiarava discreta l'oscurità. Si udì un gridolino di gioia : " Guarda..., la  Chiesa...! ". I piedini stanchi e gelati, iniziarono a muoversi più velocemente per raggiungerla quasi temessero, per incanto, di vederla svanire. Camminarono attirati, guidati da quella luce, quasi fosse la stella che guidò i Re Magi. Avvicinandosi, costatarono che usciva dall'interno, attraverso il pesante portone socchiuso. Luigino, con un profondo respiro di sollievo, lo spinse, mentre Pat stringeva più convulsamente al cuore il piccolo, prezioso dono.

Nella penombra, tremolanti candele, illuminavano debolmente il presepe. Fecero per avvicinarsi in punta di piedi, ma si fermarono, gli occhioni sbarrati, il nasetto all'insù, le boccucce socchiuse per lo stupore ed il timore. Una dolce Signora, si stava muovendo verso di loro. Avvertivano distintamente il fruscìo del lungo abito bianco, mentre avanzava. I lunghi capelli castani, sfuggivano dal velo azzurro che li ricopriva e le scendeva morbido sulle spalle. Il viso, bianco e bellissimo, era illuminato da un tenero sorriso. Un alone luminoso, la rendeva evanescente, irreale. Raggiunti i bimbi, si chinò. Pat, timidamente, allungò il suo piccolo, grande dono. Quel cuoricino puro, aveva compreso e non si stupiva, dinnanzi al miracolo che stava vivendo. La Madonna, sommessamente mormorò: " Vi stavo aspettando....! ", poi, li prese per mano, conducendoli verso un angolo della chiesa dove, su della  paglia, un bimbo piccolissimo e seminudo, dormiva tranquillo. la sua mamma lo sollevò, lo vestì, lo riadagiò delicatamente coprendolo con cura. La bimba lo contemplò commossa, orgogliosa, intenerita, emozionata. Adesso, Gesù, avrebbe avuto meno freddo.

La Madonna si chinò. Le braccia cinsero in un tenero abbraccio i due bambini. La voce armoniosa, materna mormorò: "Siete stati tanto buoni. Avete percorso tanta strada e preso troppo freddo, ora riposatevi..!". Le labbra si posarono lievi sui loro occhi. Quando la mattina li riaprirono, erano nei loro lettini e la mamma li stava chiamando. Si guardarono increduli, dubbiosi, timorosi di essere stati vittime di uno stesso, magico sogno.

Era la gelida mattina di Natale. Per mano alla mamma, si avviarono verso la chiesa per assistere alla  santa messa. Un debole raggio di sole, accarezzava ed illuminava il candore tutt'intorno. Ecco il portone, le candele, lo stesso profumo di incenso, il presepe.

La statua di Maria, stava in preghiera immobile, statica, adorante, inginocchiata a fianco del suo Gesù. Un Gesù beato, con un costumino celeste e riscaldato da una copertina di lana chiara.

 

Torna a Favole