L'inverno, con il suo gelo, era ormai lontano. Gli ultimi residui di neve, si erano squagliati sotto i raggi di un tiepido sole primaverile. Elisa, appoggiata alla balaustra del balcone attiguo alla sua cameretta, osservava incantata  il pesco.   Il tenero rosa dei suoi fiori.   Anche lo zampillo della fontana, immersa tra giunchiglie  e   margheritine bianche, sembrava più gioioso. Quasi un richiamo che non  poteva cogliere..."No..., non posso venire....!", pensò. In quel particolare, assolato pomeriggio, non c'era tempo per lo svago. L'indomani, avrebbe dovuto affrontare  un "complesso" compito in classe. "Complesso"  per lei, che non amava la matematica. Nonostante tutto, nonostante i voti non sempre eccelsi, era sempre  riuscita a cavarsela !   L'anno scolastico, stava volgendo al termine.  Non poteva  correre il rischio di essere respinta.

" Rientra!  Devi prepararti!". L'insistente vocina che sentiva dentro, insieme a quanto le ripeteva regolarmente  mamma, vedendola sovente svogliata ed intollerante,  la stavano richiamando all'ordine. Non voleva,  per alcuna ragione deluderla.

Guardò per l'ultima volta l'area verde sottostante. La statua del simpatico nanetto  che emergeva dall'acqua, reggendo tra le braccia un otre, dai cui fori filtravano  i getti.  La riportava alla favola amata da sempre.  A quel libro di Biancaneve che sin da piccina, continuamente sfogliava. Ne includeva ben sette di quelle piccole, burbere e pur dolci creature ..! Troppo piccola all'epoca, per poterlo leggere, ogni volta ne ricostruiva la trama ricollegando le immagini, all'iniziale racconto di mamma. Il ricordo del libro, si allacciò ad un lontano, sopito, ma  splendido sogno,  in cui si era trovata in un enorme bosco con alte piante dalle foglie lucenti...

Rammentava vagamente anche  il volto di una fanciulla bellissima dalla pelle di luna; un omone ed un giovane sopraggiunto cavalcando uno splendido, destriero....Il risveglio la mattina successiva  nel proprio lettino, il nuovo giorno, gli anni, in seguito trascorsi, ne avevano  sfumato il ricordo, lasciandole unicamente tre immagini immerse in una nebbia sottile. La convinzione che nulla, di tutto quanto era riuscita  a trattenere , avrebbe potuto  realmente essere accaduto.

Si avvicinò alla libreria. Estrasse il  volume di aritmetica, quasi gettandolo sul ripiano della scrivania. Il libro, schiudendosi nell'urto,  lasciò scivolare a terra una busta. Elisa, la osservò stupita... Sorrise. Era sicuramente uno scherzo di Cassandra, la sua compagna di banco.....! Chi mai avrebbe potuto infilarvela? La raccolse divertita, immaginando le  consuete  frasi scherzose che era solita indirizzarle. Quando l'ebbe però tra le mani, si convinse che non avrebbe potuto essere una burla. La carta era troppo pregiata, elegante. Profilata d'oro come lo stemma che spiccava a fianco.

Al centro, in raffinati caratteri,  era riportato il suo nome... Un timbro in ceralacca,  ne sigillava la chiusura. La busta tremò. Erano le sue dita che fremevano nel reggerla. Timore e curiosità iniziarono ad alternarsi nel petto.  La aprì. Ne trasse una fotografia. La fanciulla del "sogno" dei suoi cinque anni, era immortalata al centro, stretta al bel principe.  Notò le corone  che spiccavano sui loro capi e tanta, tanta gente intorno.  Evidenziò sette nanetti tirati a lucido, eleganti.  IL'omone del bosco incantato, sorridente. Alcune splendide creature alate. Sicuramente fate.

Sotto, poche, dolci parole :"  Al nostro matrimonio, piccola, dolce amica, mancavi unicamente tu. Come vorrei rivederti...! Sarai cresciuta.... Scendi in giardino?  Ti abbraccio. Biancaneve ".

Elisa, rimase con la fotografia a mezz'aria,  incredula, sconcertata.  Biancaneve...? Non  avrebbe potuto essere quella " Biancaneve "!  Chi avrebbe trovato, giù ad attenderla? Quei coriariandoli di ricordi mai completamente rimossi, appartenevano, si ripeteva, unicamente ad un sogno!

Tornò sul balconcino...  Nulla, vide di anomalo. Nessuna  presenza misteriosa, sospetta.

Tutto era tranquillo, al proprio posto. Il nanetto,  i fiori,  i peschi, i sassolini nel vialetto... La solitaria panchina nel verde, sempre  in attesa di essere occupata... Si era solo levato un vento gradevole, leggero e un solitario uccellino, ora cinguettava allegramente il proprio inno al sole.

Rientrò. Doveva uscire per comprendere...Dare un volto al mistero che la stava intimorendo, ma anche  incuriosendo.

Non vide la mamma, nel scendere la scala... Non se ne sarebbe neppure accorta, pensò. Avrebbe aperto la porta d'ingresso senza farsi udire, sgattaiolando fuori solo  per un attimo. Il tempo di accertarsi che tutto fosse in ordine.  Sarebbe poi tornata allo studio.  Sotto la pressione della sua mano, la stessa,  si aprì senza rumore. Si   ritrovò all'esterno. Tre gradini ed avrebbe calpestato la ghiaia nel giardino di sempre. Riposante, apparentemente pacifico.

Scese il primo.... Fu in quel momento che tutto mutò....I jeans, la maglietta che indossava stavano cedendo magicamente il posto ad un vaporoso, lungo abito di chiffon rosa. Piccole creature alate, simili a leggiadri folletti, si erano magicamente materializzate,  svolazzandole intorno. Sciogliendo i suoi lunghi, setosi capelli.  Infilando tra le ciocche, fiori  bianchi dal delicato profumo. Anche il giardino stava svanendo, risucchiato dalle folate di vento che si erano intensificate. Intorno alla bambina,  spaventata,  se ne stava materializzando un altro differente, con grandi aiuole, curatissime siepi, statue gigantesche e maestose fontane. Quello che la lasciò senza respiro, fu però lo splendido castello che si trovò dinnanzi.

La lunga, ampia scalinata ed il colonnato, candidi. Il possente portone con intarsi dorati. Le torri gugliate, disposte in un contesto elegante ed armonioso. In presenza di tanto splendore, il cuore di Elisa sembrò arrestarsi.

Attraverso le marmoree colonne, non potè non notare una figura femminile che avanzava.

Iniziò a scendere i larghi gradini  leggiadra, regale, avvolta da un lungo abito in raso, tra le cui pieghe, stava giocando il vento che le scompigliava i lunghissimi capelli corvini, trattenuti da un luccicante diadema.

 Elisa, vedendola avvicinarsi, la osservò. La sua bellezza, l'incarnato chiaro, si sovrapposero all'immagine sfocata della fanciulla di quel lontano sogno, che ora, a braccia protese, stava raggiungendola, chiamandola.

Smise di tremare... Comprese che nello stesso, in  modo alquanto insolito,  aveva fatto ritorno.  Ma come? Biancaneve, felice, la stava ora stringendo. Lei, rassicurata, ricambiando l'abbraccio.  Come si fosse nuovamente trovata lì, lo avrebbe chiesto in seguito. Dopo la grande festa che la principessa e il suo sposo, avevano preparato in suo onore. Dopo lo stordimento che le stavano procurando dame in sontuosi abiti fruscianti ed i loro cavalieri, tutti  in attesa di conoscerla. Dopo le luci, l'immensità delle sale, la preziosità di arredi e decori.  Le danze, la musica, le coccole che stava dedicando intenerita, al principino Rodrigo. Dopo    la simpatìa che le stavano trasmettendo i sette buffi nanetti e le splendide, algide fate. Dopo aver ritrovato il cacciatore ed aver  conosciuto  quella stessa, lontana " matrigna" che si era tramutata in mamma e nonna tenerissima. Dopo giorni felici, spensierati.   Lunghe cavalcate e passeggiate nell'incantevole parco, con la principessa e il suo piccolo. Dopo notti serene, sprofondata tra  i guanciali,  in una cameretta da sogno.

Era trascorsa ormai una settimana, dal suo arrivo,  durante la quale, aveva rimosso ogni cosa. Gli affetti, gli studi... Solo  un pesco in fiore, la riportò al suo giardino, al proprio dovere. Fu presa dal panico. Sconsolata, realizzò che era ormai  troppo tardi per tutto... Per quel compito in classe, per il quale non si era presentata. Per scusarsi con mamma che non le avrebbe  mai perdonato la trascuratezza e l'irresponsabilità dimostrate...

Con le lacrime agli occhi, si rivolse all'amica  " Biancaneve, non vorrei, ma devo andare! Mi bocceranno...e mamma......".

Biancaneve la guardò serena : "  Perchè quelle lacrime, Elisa?  Perche dovrebbero bocciarti? "

 " Avrei dovuto fare un compito in classe  sei giorni fa...  Io non ero presente.....".

" Hai tutto il tempo di prepararti, piccola!  Puoi ancora farlo. Lo avrai domani..! Nel mio mondo, non esiste il tempo..!Hai vissuto una settimana con noi, in soli cinque minuti del tuo...!".

La bambina, con un profondo respiro di sollievo,  si asciugò gli occhi. Strinse la sua interlocutrice. " Sono felice! Grazie per la meravigliosa settimana che hai saputo regalarmi! Per avermi dato la possibilità di rivederti.  Dimmi, prima di andarmene...;  come posso essere potuta tornare quì ? Questa volta, non sono filtrata attraverso un sogno..! Non stavo dormendo...!".

Biancaneve sorrise. " Elisa..., a cosa servirebbero le fate? le loro magìe? Questa volta, sono stata io al oltrepassare il confine. Ad entrare nella tua realtà per  poterti rivedere! Fintanto che manterrai, tanta innocenza e semplicità, ci saranno  nuove occasioni per tornare a cercarti. Ora vai, dolce amica mia... Ci mancherai..."

La bambina la strinse e salutò, non dimenticando di lasciare un bacio, per tutti quanti non aveva avuto il tempo di salutare. 

 " Ritornerò!"  sussurrò. Attraversando a ritroso, i lunghi giardini reali,  si voltò. Biancaneve era svanita insieme al suo castello.  Si trovò  timorosa, ad oltrepassare un fitto banco di nebbia.  Una  nuova folata di vento,  la risucchiò,  spingendola  con forza. Quando si placò,  si  ritrovò, come per incanto,   dinnanzi ai  gradini della propria abitazione. Aveva di nuovo indosso i Jeans , la maglietta stampata.

Solo i capelli erano ancora sciolti. Si fermò frettolosamente  a raccoglierli nella morbida  treccia, lasciando cadere a terra i bianchi fiori profumati. Li sollevò uno ad uno. Celandoli nel palmo della mano, rientrò, salendo  precipitosamente la scala che la riportava al piano superiore.  Nascosti tra le pagine del libro di matematica,  avrebbero magari portato, la mattina successiva, anche fortuna. Sarebbe bastata  una piccola magìa  di quelle belle e buone fate per farle superare la prova senza sforzi ! Solo un sogno? Chissà..! I sogni..., come aveva fatto comprendere Biancaneve, possono materializzarsi.   Diventare realtà. Basta  solo  crederci..

 

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