Dalla finestra che si affacciava sulla spiaggia solitaria, Emma guardava malinconicamente la sabbia soffice e bianca. Grandi pensieri, affollavano la mente. Grandi e tristi. Elucubrazioni   di una piccola donna che da  poco tempo aveva perduto tra le onde la sua mamma , mentre stava serenamente nuotando.

Papà, con le lacrime agli occhi, quel caldo pomeriggio di  giugno le aveva spiegato che si era addormentata. Sarebbe per sempre rimasta in fondo al mare, mentre, la sua anima, era volata in cielo per poter seguire la sua bimba. In seguito a tale sconvolgente rivelazione, non priva di emozione, la piccola, aveva preso a fantasticare. Cercava di immaginare la figura materna, scissa in due parti. Il corpo disteso su un tappeto di alghe, vegliato da pesciolini  guizzanti; il cuore, gli occhi della sua anima, sospesi nel bel mezzo del firmamento, densi di  nostalgia ed apprensione. Forse, in quel preciso istante, la stavano osservando mesti, trattenendo a stento lacrime per non poterla prendere tra le braccia, consolarla. Non avrebbe ora più potuto dirle... " Sono quì, tesoro mio! Stai tranquilla, va tutto bene! ". Lo aveva sempre fatto, durante quella breve sosta terrena, in cui non l'aveva mai voluta abbandonare un solo istante.

Emma, ora sentiva tra il fragore delle onde che si infrangevano contro la scogliera, ancora  eccheggiare quelle parole. -" Mammina" - pianse - " non va tutto bene! Non ci sei! Se grido il tuo nome, non puoi sentirmi, non riesci a rispondermi .... C'è una cosa che vorrei poterti ripetere  ancora.., ma come?".Tristemente, si staccò dalla finestra. Decise di raggiungere la spiaggia. Camminando lentamente, a testa bassa, cercò ancora impronte lasciate dai piedi della sua mamma. Il vento, l'alta marea le avevano cancellate. Restavano unicamente le sue, che si imprimevano, comprimendo qualche minuscola  conchiglia. Se almeno ne avesse trovata una abbastanza grande,  pensò! Portandola all'orecchio, avrebbe  forse potuto udire, insieme al rumore del mare,  anche una voce dolce, tenera, provenire dagli abissi.

Se le onde erano riuscite a cancellare impronte, avrebbero potuto inghiottire ogni altro segno. Si chinò, lascìò pensierosa,  che da quel pugnetto di sabbia preso tra le mani, i granelli fuoriuscissero dalle piccole dita semiaperte. Decise che vi avrebbe impresso qualcosa che non potesse essere cancellato dal vento, ma che solo il mare avrebbe dovuto rapire, lasciandola scivolare, trascinandola giù, sempre più giù, fino a raggiungere la madre... addormentata. Insabbiata, notò poco più in là una piccola bottiglia. La estrasse. L'avrebbe riempita dell'acqua, con cui avrebbe impregnato  la sabbia, unicamente nel punto che avrebbe dovuto accogliere le sue poche, struggenti parole.. Un piccolo pezzo di legno abbandonato, sarebbe servito per imprimerle..  Un impacciato solco sagomato, prese, sotto la pressione della piccola mano,  la forma di un cuore. Era in quel cuore,che stava identificando con il proprio, che avrebbe lasciato il proprio messaggio d'amore.

Nel centro, con caratteri incerti, scrisse...< Mammina, mi manchi tanto. Ti voglio bene >.

 Poi, si soffermò a guardare.... I contorni, i caratteri,  avrebbero sicuramente potuto essere  meglio definiti, più precisi,  ma era piccola, ancora...! Non sarebbe stata in grado di fare diversamente. Era il senso, il  contenuto, non la forma,  che la mamma avrebbe  sicuramente apprezzato. Con questo pensiero, decise di far ritorno a casa. Avrebbe atteso trepidante  il giorno successivo per poter verificare quanto sarebbe potuto e sperava accadesse.

La notte trascorse agitata. Animata da sogni simili ad incubi..... Dalla spuma del mare, vide emergere una figura diafana, impalpabile. Comparve  prima il capo. Il viso dolce, sereno,  incorniciato da lunghissimi capelli biondi, poi emerse il tronco, le  lunghe  gambe tornite.

" Mamma...!". Dal suo lettino, Emma l'aveva riconosciuta, ma il suo grido, era certa non sarebbe potuto arrivare fino a lei, anche se, per un attimo, parve che mamma,  lo avesse  udito.

La vide infatti fermarsi,  guardarsi intorno smarrita, alla ricerca di qualcosa.., di qualcuno...

No, non avrebbero potuto incontrarsi. Un'alta barriera le stava dividendo, sospesa tra due mondi troppo lontani,  irraggiungibili....

La giovane,  a capo chino, lentamente, quasi sospinta dai flutti, si portò verso la riva. La bambina notò che era scalza e fu quel disegno sulla sabbia, subito ad attirarla. Lo raggiunse; si chinò. La mano candida, sfiorò, accarezzò gli incerti solchi. Un commosso lieve sorriso, si tramutò in una lacrima. Se solo avesse potuto attenderla la mattina, seduta proprio accanto a quel prezioso disegno...! Le sarebbe bastato stringerla forte, anche se per l'ultima volta. Il tempo di riconfermarle che mai l'avrebbe lasciata sola. Il mare, le stava però facendo pervenire,  ordini imperiosi. Dagli abissi la stavano inesorabilmente richiamando.

Rialzandosi, una lacrima bruciante, scivolò proprio nel centro del cuore di sabbia. Penetrò nelle parole "ti voglio bene", talmente calda,  appassionata, da renderle infuocate, tingendole di un rosso acceso, brillante.

Si sfilò dal collo il cammeo che tanto amava, da cui non si era mai staccata. Portava sul retro una piccola foto. Lei ed Emma, teneramente abbracciate, sorridenti, felici. Lo avrebbe lasciato lì, al centro di quel cuore, di quelle parole di brace. All'indomani, la piccola, lo avrebbe trovato. Avrebbe compreso...

Nel sogno, Emma, aveva osservato la mamma, ma quando la vide rialzarsi, intuendo  che era in procinto di allontanarsi, venne presa dal panico, dal desiderio di gridare. Si destò con la fronte madida di sudore, il cuoricino che batteva all'impazzata, la camicina appiccicata addosso, un forte tremore nelle gambe. No, non poteva essere stato solo un incubo, il suo..! Un sogno unicamente alimentato dal grande desiderio di poterla nuovamente incontrare!  Scivolò giù dal lettino. correndo verso la finestra. Era certa che sarebbe  solo riuscita a contemplare  il buio della notte, la magia delle onde schiumose, la lunga distesa di sabbia resa più chiara dal magico chiarore lunare.

Notò però  qualcosa di candido in lontananza, e proprio nel  punto in cui, aveva disegnato quel cuore. Una presenza, che la distanza, rendeva informe.., quasi una chiazza di luce che illuminava, in quel punto, la notte.

< Mamma!!! >, gridò e si ritrovò all'esterno a correre nella sabbia inciampando nell'orlo della camicina, cadendo. Rialzandosi, riprendendo la folle corsa, verso il mistero di quell'immagine che stava alimentando l'illusione.

< Mamma, sei tu vero? Dimmi che sei vera...! >  La voce quasi un gemito, spezzata dalla fatica.. Era arrivata trafelata alle spalle di quella immagine immacolata e luminosa.Il capo che si girò verso di lei, rivelando un viso bellissimo, fugò all'istante ogni dubbio.

Era lei, la sua mamma, che piangendo crollò ai suoi piedi. Stringendola forte.

< Sono io, amore mio, sono io! Ho letto il tuo messaggino nella sabbia. Nel  centro, troverai  il medaglione. Il cammeo che mamma, ha sempre avuto al collo. Era il dono che papà mi fece quando  tu nascesti.  Ora è tuo. Portalo sempre al collo; mi sentirai vicina, pronta a sorreggerti in ogni momento. Il mare mi sta chiamando, tesoro. Dammi un ultimo bacio. Devo andare..!>

Emma, non accennava a staccarsi da lei. < No, mammina, non andartene!>

< Devo, angelo mio! Vieni, accompagnami fino al punto in cui le onde lambiscono la spiaggia. Lì ci saluteremo>.

Prese dolcemente per mano la figlia. Avvicinandosi all' acqua, notò però stupita,  che le stesse si ritraevano, anzichè risucchiarla. Fu proprio il  loro canto  a comunicarglielo. Quel canto divenuto da tempo familiare, che aveva cullato un  sonno che avrebbe dovuto, per lei, essere eterno.

< Resta> le dissero < resta con la tua piccina.  Noi ti avevamo rapito.. ti stiamo restituendo...! Il suo cuore, il suo amore.., il tuo, ci  hanno commosse, fatto comprendere che le sei indispensabile. Il vostro reciproco, fortissimo legame, ha compiuto il miracolo..!>.

Nora, piangendo  felice  ringraziò le onde  e si accasciò.  Stringendo forte a sè Emma, le sussurrò dolcemente, fissandola in quei suoi occhioni increduli : " Non piangere; non temere, pulcino mio! Mamma è tornata.  Non ti lascerà mai più!".    La bimba sfinita, sorrise. Si rannicchiò tra le sue braccia abbracciandola, quasi temesse di vederla nuovamente svanire... Cullata dalla sua rassicurante voce; dalla  ninnananna seguita da quella del mare, tranquillamente, si addormentò.

 

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