La pesante saracinesca grigia, iniziò, con un sordo cigolìo, la lenta risalita. "Uffa! Darle un po’ di olio no, vero?", sibilò seccato il trenino. Quel lacerante lamento, l’aveva costretto a svegliarsi. Si era destata per prima la locomotiva, dopo una notte insonne disturbata da sirene, dai rumori che guizzavano all’esterno. Ormai, il sonno se ne era andato… Diede alcuni lievi scossoni ed anche i vagoni, faticosamente, si ridestarono cercando di ricomporsi, riabituarsi alla luce che stava invadendo la vetrina. Al trenino infuriato, si unì il coro di impercettibili, ma vivaci proteste degli altri giocattoli. Pinocchio, stentava a riaprire gli occhi. Era immerso in un sonno profondo, in un sogno splendido..! Gli era apparsa la bella fatina dai capelli turchini che cercava di tranquillizzarlo, consolarlo in merito a quell’ immutato aspetto di burattino di legno che tanto continuava a crucciarlo.

"Vedrai, Pinocchio"- gli stava dicendo - " verrà un bambino che si prenderà molto presto cura di te. Diventerai il suo compagno di giochi preferito, il suo confidente….. Ti sentirai vivo, vero come sarà lui…". Il sogno, si era frantumato proprio su quelle ultime parole. La palla bianco-nera, non riusciva a stare ferma. Si era svegliata con la luna storta. Innervosita dalla crescente luce diurna, si era chiusa dopo l’esplosione iniziale, in un mutismo ostinato. L’orsacchiotto scuro, era l’unico a non protestare.. Se ne stava appoggiato alla leggera parete di fondo, con un occhio aperto ed uno socchiuso.

Osservava Barbie, splendida nel suo raffinato abito da sposa..! Si era sorpreso a guardarla sovente, negli ultimi giorni…! Che si fosse innamorato di quella bellezza bionda dal seducente, enigmatico sorriso, perennemente stampato sulle labbra ? Solo il tempo avrebbe offerto una risposta a tale quesito..! Barbie, però, lo ignorava. Non aveva occhi che per lei, la splendida Ferrari, che, in quel momento, non proprio educatamente, stava sbadigliando, alzando e richiudendo il cofano, cercando di non apparire troppo sguaiata nella sua insofferenza al brusco risveglio. Chissà che emozione sarebbe stata il solo salirvi, guidarla….!Che bella coppia, pensava Barbie, sarebbero state.. insieme…! La vanitosa automobilina, consapevole di essere oggetto di tanto interesse, si gasava. Volutamente indifferente, si sgranchiva le ruote. Poi c’era Tania, seduta al centro della vetrina. Il pezzo forte, la regina tra tutti i giocattoli, per eleganza e raffinatezza. Era una grande, bella bambola di porcellana dai dolci occhi azzurri ed una cascata di boccoli dorati che le incorniciavano il visino dai tratti delicati. Il lungo abito in raso, era guarnito da balze in pizzo. In mezzo a costruzioni, giochi elettronici e tanto ancora, c’era anche lui Gigetto, un bambolotto in pezza dall’enorme testa sproporzionata, sormontata da un cappello da scugnizzo. Il visetto era buffo e simpatico. Due bottoni di panno fungevano da occhi, una mezzaluna rossa simulava una bocca, ridente. Il pupazzo, si teneva in disparte, mesto, contemplando, senza proferir parola, gli altri giocattoli, sentendosi, in mezzo a loro, decisamente il più brutto.

" Con tanti bei balocchi" - pensava - " quale bambino si accontenterà di uno come me..? A chi mai potrò piacere? Li vedrò andare via tutti, stretti da braccia felici di bimbi diversi..! Resterò solo…Nessuno mi amerà..!".

Sul marciapiede, frettolosamente, transitò una mamma che teneva per mano il figlioletto. I piedini, si arrestarono ipnotizzati dinnanzi alla vetrina. Con il nasetto incollato al vetro, il bimbo, sbirciò quanto era accuratamente esposto. Poi un gran sorriso. Il ditino si allungò ad additare un punto. Il sorriso si traformò repentinamente in un pianto dirotto, fino che il campanellino della porta d’ingresso del negozio echeggiò. Dì lì a poco, il piccolo ne uscì stringendo trionfante, tra le braccia, la rossa Ferrari.

Passò un ragazzetto con felpa, bermuda, berretto con visiera a picco sul collo. Individuò il bel pallone con i colori della squadra del cuore. Chissà come glie lo avrebbero invidiato gli amichetti, se lo avesse comperato..!Fece un rapido conto…. Portava con sé, tutte le paghette del mese dategli dalla nonna per i suoi, forse un po’ interessati, servigi. Sarebbero bastati appena, riducendogli le finanze a zero.., le tasche vuote…, ma…ne sarebbe valsa la pena…, concluse….!

Entrò timidamente. Uscì qualche minuto dopo, tenendolo orgogliosamente sotto il braccio.

Fu poi la volta di Giorgia, una splendida bambina di circa undici anni dai lunghi capelli castani. Sbirciò nella vetrina e… per Barbie..., fu amore a prima vista.

A casa, nella sua cameretta, ne teneva già una vera collezione. Quella, però, le mancava…In abito da sposa, non le era mai stata regalata… Un rapido pensiero alla mamma… Forse si sarebbe inquietata, ma doveva affrontare da temeraria, la situazione. Non voleva lasciarsi sfuggire quello splendido esemplare. Sarebbe sicuramente stata sgridata, sarebbe stata rimproverata di non meditare abbastanza, prima di fare acquisti. Non sarebbe neppure stata la prima volta.. Magari , la madre, l’avrebbe anche punita, ma… passata l’iniziale bufera, l’avrebbe compresa e perdonata, come era solita fare ad ogni suo piccolo, innocuo " capriccio"

Senza più pensarci entrò e la acquistò. Nessuno si accorse della lacrima che brillò negli occhi dell’orsacchiotto bruno…!Il suo piccolo cuore di gommapiuma, in quel momento si fermò sotto il peso della grande sofferenza che provava vedendola andar via…. " Addio Barbie..", mormorò…

Il resto della giornata, per i restanti giocattoli esposti, passò sonnolenta, tranquilla.

La calma permise al trenino di schiacciare, sentendosi sfinito, un nuovo pisolino. Pinocchio si concentrò sul sogno della notte precedente, chiedendosi se la fatina sarebbe tornata a parlargli. L’orsetto bruno, ripensando a Barbie, si sentiva triste. Gigetto non parlava. Guardava la strada, il traffico congestionato all’esterno, attraverso il vetro.. Si sentiva terribilmente solo, emarginato.

Era quasi ora di chiusura quando una giovane donna si fermò al di là del vetro. Stette pensierosa per alcuni minuti a squadrare, rimirare i balocchi. Sembrava fosse alla ricerca di qualcosa di particolare, speciale… Gli occhi, accarezzarono dolci ognuno di loro, poi…decise di entrare…

Gigetto, sorpreso, avvertì la mano della negoziante, che lo stava delicatamente togliendo dalla sua postazione, per deporlo in una scatola colorata. "Mio Dio" —pensò — "cosa sta accadendo? Mi sento soffocare qui dentro!! Dove mi stanno portando?".

La scatola fu avvolta in un variopinto foglio di carta e guarnita da un bellissimo fiocco rosa…Quanto tempo sarebbe rimasto in quella scomoda posizione? L’aria nella scatola iniziava a mancare, il dondolìo della borsina nella quale era stata riposta per il trasporto, iniziava a fargli venire nausea e vertigini… Finalmente, comprese di essere giunto a destinazione. L’involucro che lo conteneva, fu deposto su una base piana.. Distintamente udiva all’esterno alcune voci. Gli giungevano nitide quelle di un uomo, della signora che l’aveva acquistato e, a tratti, una vocetta infantile.

Poi, la voce della donna, gioiosa esclamò: " Ecco il regalo di buon compleanno per la nostra principessina..!Se vuoi Diana, ora puoi aprire il pacchetto".

Gigetto, avvertì due manine impazienti armeggiare intorno alla confezione. La carta fu letteralmente strappata via. Il fiocco volò sul pavimento…. Il coperchio della scatola gettato lontano…. Quando emerse e rivide la luce, i suoi occhi tondi di panno nero, poterono mettere a fuoco, increduli, chi lo stava accarezzando, coccolando, con gridolini festosi. Gli occhioni estasiati, del colore del cielo, che incontrò, appartenevano ad una bimba dal visetto tondo e dolcissimo con scompigliati riccioli bruni. Sulla tavola una bella torta aveva accese tre sole candeline. La piccola strinse il bambolotto forte sul cuore. Lo baciò.  

" Ciao.."- cinguettò -"Come sei bello..!!!"

"Ciao, piccola"- mormorò silenziosamente Gigetto —" Sapessi quanta gioia mi stai regalando…! Ora anch’io ho qualcuno che mi ama. Un piccolo angelo che riesce pure a vedermi carino..! Grazie…..!Ti prego…,.non crescere mai…!!!".

E… per la prima volta, sommerso da tante, nuove, sconosciute tenerezze, il bambolotto capì di non essere più solo e di sentirsi felice.

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