Sogno di una stella 

 

Quella giornata di fine luglio, si era rivelata realmente   pesante per il Sole! Si sentiva spossato.  Anche la notte precedente, era stata  travagliata..!Aveva dormito malissimo. Non vedeva quindi l'ora di tornare a coricarsi. Giunse finalmente il momento di lasciare la postazione che quotidianamente occupava.  Lentamente, si inabissò lanciando gli ultimi  bagliori tra le onde, perchè l'acqua del mare li catturasse e ne potesse splendere con riflessi di cristallo. Contemporaneamente a lui, che tornava a riposarsi, mamma Luna, si stava  ridestando. Gettò intenerita  lo sguardo compiaciuto,  verso le piccole stelle addormentate. Sarebbe stato  dolce ridestarle.

Le avrebbe svegliate  una ad una con un bacio, augurandosi fossero di buon umore. Se le sue figliole erano serene,  anche il loro brillìo, sarebbe stato più intenso, l'oscurità meno cupa. Passando tra i tanti batuffoli di nubi, che servivano loro da giaciglio, notò che uno era vuoto. La stella che avrebbe dovuto occuparlo, una delle più vivaci, carine, decisamente tra le predilette, all'alba, non  era andata come di consueto a coricarsi, insieme alle altre stremate  sorelle.  Preoccupata, lasciò che lo sguardo vagasse cercandola  nell'immensità del cielo che stava imbrunendo. Poi,  la vide appostata dietro ad una grossa nuvola. Le punte scottate e deboli, si stavano afflosciando. Le due sottostanti, non riuscivano a reggerla. Le si avvicinò, valutando, con malcelata apprensione, le condizioni nelle  quali si trovava.

"Cosa stai facendo quì ?" - la apostrofò - " Cosa stai guardando?"

Seguì il suo sguardo. Comprese. Era rimasta,  tutto il  giorno a contemplare estasiata ed accecata il  "Signore" del cielo, in tutta la sua maestosità e potenza.

" Com'è grande, mamma! Com'è importante, possente ..!Quanto calore dovrà celare, anche dentro di sè? Sapessi quanto mi affascina! Quanto bene gli voglio..!"

"Piccola mia" - sussurrò mamma Luna, dondolando la grande testa - "Tu sei figlia dell'oscurità, della notte. Lui è l'esibizionista, arrogante,   incontrastato

"Re" del giorno! Lascialo perdere. Non fa per te...! Guarda come ti sei ridotta..! Non riesci più neppure a reggerti, tanto sei bruciata e depressa...!Vieni, andiamo....!"

La prese dolcemente per la punta laterale e la condusse verso le sorelle che la stavano attendendo ansiose. Giunta l'oscurità, madre e  figlie, si distribuirono per tutto il firmamento  e, come ogni notte, fecero del loro meglio per renderla più romantica.. Solo Kristine, così si chiamava la  stellina, si teneva in disparte. Si sentiva  triste, spenta...!! Assillata sempre dallo stesso pensiero. Da quel globo di fuoco, che le bruciava gli occhi ed inceneriva il cuore. Si rese conto che non aveva mai amato nessuno, così tanto.. Un amore unico, immenso. Decise, che avrebbe trovato il modo, finalmente, di esternarglielo.

Erano estremamente differenti, agli antipodi, se ne rendeva conto. Lui incendiava gagliardo i giorni. Lei palpitava e contribuiva a rendere più dolci le notti..! Se lei gli voleva tanto bene , però, forse anche lui avrebbe potuto imparare a volergliene, superando la loro evidente diversità.

Glie lo avrebbe detto proprio quella  stessa sera...! Cercando furbescamente  di sfuggire all'occhio vigile di mamma Luna, decise repentinamente di allontanarsi, lasciare il cielo. Per non crearle patemi, dolorosi sospetti, cercò di procedere piano piano, celandosi e scivolando  dietro ad ognuna delle  sorelle, sino a raggiungere quella linea, all'orizzonte, che divideva il cielo dal mare, oltre la quale, su uno spazio asciutto ed erboso,  sorgeva il grande castello d'alghe del Sole.

Nel tentativo di non essere localizzata dalla grande, vigile famiglia, si lasciò cadere nel mare. Non sapeva nuotare. Bagnandosi, avrebbe potuto smarrire per sempre la sua luce, ma che importava..! Quel miraggio di fuoco, sicuramente valeva tutto quel rischio. Più la piccola stella  si inabissava, più si rendeva conto di essere attorniata da un buio totale. Ebbe paura. I pesci guizzandole intorno, la spaventavano a morte....Uno, particolarmente grosso, la urtò, facendola vacillare, rimbalzare rovinosamente. Poi..., un'alta onda, la gettò ai piedi della grande, caratteristica dimora. Il cuore, le si riempì di felicità.  Dì lì a poco, vicino a lui, si sarebbe sentita al sicuro.

Scivolò leggera all'interno, da una finestra semiaperta. Non era illuminato. Fu lei che tentò, nonostante fosse inzuppata, di  rischiararsi  il percorso.

Solo la grande sala era radiosa.. Vide il suo amato,  sprofondato tra soffici cuscini.  Lo guardò. Ora che nel riposo era spento, non era poi  bello come le era parso. Disse a sè stessa,  però,  che non sarebbe mai riuscita a vederlo diverso, meno attraente. Sarebbe stato il suo affetto, la devozione, ad illuminarlo, idealizzarlo per  sempre,  se lui lo avesse voluto. Il Sole. avvertì nella grande stanza una presenza estranea. Aprì sospettoso un occhio e la vide. Drizzandosi, la apostrofò seccamente... " Cosa ci fai tu quì? "

Kristine, intimidita, rimase immobile, ma non riuscì a  tacere...

" Sono scesa dal cielo, mio Signore. Sono arrivata fino a te, per dirti che ci sono giorni in cui non riesco a prendere sonno. Resto ore ed ore a contemplarti..! Sei tanto grande...! Sei tanto forte..! Vorrei poter fondere il tuo fuoco, con la mia luce. La tua forza con la mia fragilità... Al tuo fianco.. per sempre.."

Lui, la guardò ironico.  Scoppiò in una fragorosa risata.  " Tu vorresti ? Ma cosa vai farneticando? Vattene....Togliti di torno....!! Non mi basti..! Non ti voglio!"

La piccola stella, mortificata, scoppiò in lacrime. " Hai ragione, Sono troppo umile..! Ma nessuno mai potrà darti il bene immenso che avrei potuto offrirti io..! Un giorno il tuo fuoco si spegnerà. Insieme ad esso, la tua arroganza.  Al tuo fianco, la mia fragile luce,  sarebbe diventata tanto forte, da poterti illuminare e sostenere! Non avrebbe mai permesso che ti spegnessi completamente....!". Poi, sconvolta, precipitosamente, lasciò il castello.   Il Sole, diventò improvvisamente pallido. Comprese che lei aveva ragione. Stava rifiutando la sua dolcezza, gettando a mare qualcosa di difficilmente reperibile...Stava permettendo che quelle lacrime  si disperdessero nel mare insieme a quel  profondo, sincero, unico sentimento; al suo  dolore.... Pentito, cercò di richiamarla. ma se n'era già andata. Una nuova onda argentata, la riagguantò. Il  buio, l'acqua, le lacrime, resero ulteriormente difficoltoso il viaggio di ritorno.  Al cielo, pensò Kristine,  non sarebbe mai più ritornata. Quel cielo che avrebbe dovuto continuare ad occupare, senza poterlo dividere con l'oggetto dei suoi desideri, del suo  irrealizzabile sogno..

L'onda, la gettò con violenza  nella sabbia, sulla spiaggia opposta. La dolce stella, decise allora di non reagire, lasciarsi morire, mentre mamma Luna, disperatamente, la stava da tempo cercando. Furono due delle sorelle a localizzarla. La videro abbandonata, in lacrime. Decisero di soccorrerla.. Era il 10 agosto, la notte di San Lorenzo, delle stelle cadenti. Le uniche due che si fiondarono  però, sulla terra,  in quella particolare estate, erano  unicamente in procinto di raggiungere,  al fine di  poterla riportare alla numerosissima famiglia in cielo,  la  sfortunata, sconsolata Kristine.

Da quella notte, la tenera "lucciola" del firmamento, non volle più vedere il suo " Re " , ma smarrì anche il sorriso, la stessa luce, nei meandri di un ricordo incancellabile, mentre il Sole, ripensando a lei, di tanto in tanto si faceva triste. Celandosi dietro le nubi, dava libero sfogo al suo pentimento. Le lacrime, scendevano sulla terra ed irroravano copiose, le campagne, ingrossando torrenti e fiumi...

                       

Torna a favole