Se ne è andata  quasi in contemporanea con il  2012 che stava morendo.  Si è spenta il  30 dicembre  nella sua casa di Roma, la ricercatrice-neurologa  Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina nel 1986  e   Senatrice a vita. Nominata  nell'agosto del 2001, dallo stesso  Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Ho voluto rivedere proprio qualche  sera fa  una delle sue ultime interviste. Sono rimasta ad ascoltarla, come ogni volta, rapita. Affascinata  da tanta semplicità fusa nell'immensità del suo sapere! Estremamente lucida, nonostante quei suoi incredibili  103 anni. Presente nel colloquiare con garbo, districandosi tra termini scientifici  e le  sue sensazionali scoperte. Commossa, nel transitare  attraverso la lunghissima strada dei  ricordi,  nel parlare della   propria speciale, amorevole famiglia. Del padre Adamo, il capofamiglia, in memoria del quale nel 1992, diede vita, insieme a Paola, la sorella gemella  pittrice, alla Fondazione < Levi-Montalcini Onlus>.  Solo  nel 2001 la stessa,  sorta  in aiuto anche delle donne che in alcune parti del mondo lottano per la sopravvivenza, fu  unicamente a lei  denominata. La udii narrare dei giovanili rapporti conflittuali  con  il padre. Convinto che una carriera professionale avrebbe potuto interferire con i doveri di una sposa e madre, intenzionato forse a proteggerla dall'ondata di razzismo che serpeggiava,  cercò inutilmente  di frapporre ostacoli  tra lei e l'obiettivo che si era prefissata.  La fragile ragazza ebrea, appartenente a quella  " razza inferiore "  demonizzata, combattuta, per la maggiore sterminata  da Hitler e Mussolini, non ebbe però cedimenti. Tra molteplici difficoltà,  clandestinità ed espatrii, tra notti insonni e studi sempre più approfonditi ed importanti, spiccò il volo. Nel 1936 ottenne  la  laurea in psichiatria e neurologia. Con l' umiltà di sempre, portandosi appresso quella  figura minuta, educata e dolce ( < Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo, sono la mente >) si librò sempre più in alto. Sempre per amore ed in nome della scienza, in una lotta incessante, estenuante, senza tregua, protesa a debellare difficili, ancor inguaribili malattie. Ed anche l'Aism se la trovò vicina... In prima linea nella lotta contro la Sclerosi Multipla, accanto agli ammalati, all' Associazione di cui divenne nel 1983 Presidente e Presidente Onorario in seguito.

E’ con dolore,  smarrimento che il mondo,  noi in particolare, subiamo  oggi la sua scomparsa! Prevedibile, certo, ma non meno pesante per quella sensazione di abbandono e vuoto che ci lascia dentro...Resterà impresso nei cuori, in eterno, il suo operato, quel nome intriso della nostra infinita riconoscenza.

Rita, capace di spiazzare per l'insospettabile timidezza  quanti dinnanzi a Lei, a tanta grandezza si  prostravano, sentendosi al suo cospetto  onorati e confusi. Rita che a soli tre anni per il rifiuto di papà, che le impedì di indossare un cappellino con le ciliege, decise che non si sarebbe mai sposata. Rita che trovava tranquillità, serenità, nella compagnìa di un coniglietto...e nel 2005, a Roma, diede vita, circondandosi di giovani scienziate all'Ebri, per  l'approfondimento degli studi sul cervello. Rita che ha richiamato a Torino per il suo funerale, un'addolorata, commossa e grata marea umana, sta entrando nelle leggenda. Sarà ricordata, collocata,  tra le più grandi scienziate del '900.  Ora, accanto a Paola, potrà serenamente riposare. Umile pugno di cenere a ricordo dell’immensità, dell’intelligenza  e sensibilità non comuni, che ha  tanto a lungo rappresentato.

"Rita Levi Montalcini", ora anche piccolo asteroide scoperto nel 1981. Corpo celeste dal quale sicuramente seguiterà ad illuminare i variegati percorsi della scienza verso nuove, memorabili conquiste.

Vorrei concludere questo ricordo, non privo di emozione, con una sua eloquentissima, veritiera frase:

                                                         < Meglio aggiungere vita ai giorni che non giorni alla vita >

 Grazie immensa  Rita! Quanta gratitudine Le dobbiamo...!

 

 

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