Non ero che una bimba…, ma già da allora, mi venne trapiantato nell’animo quel verbo, quell’invito imperioso, quel termine magico… "Amare". Un seme importante, interrato in un cuore piccino. Un seme annaffiato, giorno dopo giorno. Alimentato dalla dolcezza delle parole, dalla grandezza degli esempi, per non vederlo miseramente seccare, non farlo morire. Avrebbe dovuto crescere con me…! Era questa la volontà di quanti, la mia zia in primo piano, mi hanno cresciuta, educata ed amata. Un seme che, anno dopo anno, si fortificava, metteva radici che si ramificavano, scindendosi in altri differenti sentimenti…! Imparai cose bellissime, in quei primi anni di vita. Cose che, ai giorni nostri, la gente forse ha smarrito, dimenticato, magari mai conosciuto, forse neppure mai compreso. Mi fu impartita un’educazione, improntata unicamente sulla gentilezza, sulla capacità di riflettere prima di parlare, nel timore di offendere, ferire il prossimo. Mi fu insegnato ad analizzare ogni sillaba, ogni parola, prima che ne uscisse distorta, sbagliata, cattiva... Imparai la forza dell’umanità, della dolcezza, della sopportazione e del perdono. Non fu, però, sempre facile gestire un fardello così pesante, impegnativo…!!

Il primo ciclone che mi investì, fu il disgregamento della mia famiglia. L’abbandono di papà.  La piccola pianta, vacillò, in quella circostanza..! Rischiò di spezzarsi, venire inquinata, rovinata da un’erba insidiosa, intrisa di rancore…. La mano di un angelo, la zia, era già pronta, però, a tendersi, per raddrizzare il fragile stelo prostrato, frustrato. Le dita leggere tergevano le mie lacrime, mi ridonavano magicamente il sorriso.

"Non devi, Ombretta…!" - come sono calde e vive, ancora, le sue parole..! - "Guardalo con compassione, il tuo papà, mai con odio. Lui non comprende il male che sta facendo, non comprende in questo momento che sta sbagliando…!". E le nubi si dissolvevano, accarezzate da quella voce rassicurante, forte dello stesso amore, che voleva trasmettermi e mi ha sempre accompagnato… Mi fu insegnato ad apprezzare ogni cosa bella che mi circondava. Ad amare la famiglia, la giustizia troppo spesso latitante, nelle sue mille sfaccettature; il desiderio di vivere in un mondo migliore ed in pace. Amore il mio, riversato su mille cose diverse, ma tutte significative ed importanti. Amore.. che è stato anche ricerca capillare di un altro genere d’amore ; dolce, totale ….! Ricerca di quell’altra metà di me, che è sempre stata tanto difficile da trovare, trapiantata chissà dove..., bramata, circoscritta, prigioniera, nei miei sogni di fanciulla. Ricerca spesso sfiduciata, sempre prevenuta, di un uomo speciale con cui condividere la mia fiaba. Un uomo che fosse in grado di capirmi, non mi facesse mai del male.

Ogni ragazzo che si avvicinava, nel fiore dei miei anni, era soppesato, analizzato, depennato. Molti di loro godevano di notevoli qualità, ma non erano in grado di darmi quanto, di tanto semplice e speciale, desideravo. Ho trovato, certamente, qualcosa di molto simile a quanto cercavo, ma il sogno, non è mai compatibile con la realtà. Ne resta sempre lontano… anni luce..! E.. nel cuore di quella lontana, romantica Cenerentola, vaga ancora l’immagine astratta, intrisa di dolcezza, forse inesistente... di un "principe", che avrebbe dovuto comparire un giorno, all’improvviso, e teneramente offrirle un cuore legato con il nastro dorato ed una rosa scarlatta.

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