E' sufficiente entrarvi, per accorgersi del   particolare fascino che sprigiona. Quanti  si trovano a transitare per le sue vie,  ne catturano inevitabilmente la magia. Cremona  è  poesia di epoche lontane. Note  soavi che narrano di antiche corti regali, abiti fruscianti, morbidi passi di valzer, teatri e lui, protagonista assoluto. Il violino dal timbro dolce, armonioso, che molteplici pittori hanno immortalato nelle loro opere,  dolcemente collocato tra le braccia di angeli ispirati e fanciulle. La sua nascita, sembra risalire a ben 500 anni fa.

L' arte liutaria si è sviluppata a Cremona proprio in quell'epoca. Ne è stato capostipite Andrea Amati  affiancato dai figli Antonio ( 1538 - 1595 ), Girolamo ( 1561 - 1630) e dallo stesso nipote Nicola ( 1596 - 1684). Passione  prestigiosa e contagiosa la loro, che dilagherà, porterà alla nascita di altri   immensi maestri liutai. Nicola, annovererà tra i suoi allievi,  nomi  prestigiosi quali  Antonio Stradivari (1644 -1737 ) e Andrea Guarneri, nonno di  Giuseppe Guarneri del Gesù, così definito per la consuetudine che aveva di apporre, all'interno della cassa armonica dei propri strumenti caratterizzati da un suono deciso, nel contempo melodioso, la singolare sigla IHS.

Il suo " Cannone", verrà portato alle stelle proprio dagli incredibili virtuosismi del grande Niccolò Paganini. Tuttora  viene utilizzato, durante i  concerti, da uno dei più grandi, apprezzati violinisti dei nostri tempi: Uto Ughi.

Di Antonio Stradivari, nativo di Cremona, persistono ancor dubbi sull' anno di nascita che sembra aggirarsi tra il  1644 e il 1649. Se è confermato il nome paterno, quello della figura materna resta ancora velato di mistero.  Con  certezza, non era Anna Moroni. Nei pressi della chiesa di S.Agata, nel 1667, il giovane artigiano, prese nuova residenza con Francesca Ferraboschi, la prima moglie. Solo due dei suoi sei figli, seguirono le orme paterne divenendo a loro volta liutai. Se i suoi migliori strumenti sono risalenti tra il 1698 e il 1730, il culmine della perfezione, la raggiungeranno dopo il 1725.

Degli oltre mille violini costruiti  tra il 1670 e il 1737, oltre 600 sono rimasti a testimoniarne l'insuperabilità.  Stradivari, fu sicuramente il più grande  tra i grandi. La sua produzione raggiunse fama universale ed è tutt'ora ambita dai violinisti più famosi.

Per le sue opere,  utilizzava legni  selezionati, pregiati.  L'abete rosso della Val di Fiemme veniva impiegato per la tavola, l'acero dei Balcani, per il fondo.

Antonio Stradivari, non foggiò solo insuperabili violini, ma produsse anche chitarre, violoncelli, viole, mandolini, arpe. La passione nei confronti dell'arte espletata, lo portò a lavorare incessantemente fino alla fine dei suoi giorni. Una lunga vita, la sua, che si concluse il 18 dicembre del 1737.

Se trovò sepoltura nella tomba di famiglia, nella basilica di S.Domenico, la stessa venne smantellata nel momento in cui la chiesa, ceduta ad un privato, venne abbattuta. Al posto delle medesima ci sono oggi i giardino pubblici. Non è rimasta che una lapide, negli stessi, a ricordarlo. Sarà forse questa la motivazione per la quale il nostro lontano, immenso concittadino sembra scivolare all'imbrunire, nostalgicamente suonando il suo violino, quale ombra sui muri di via Mercatello? Uno dei vicoli che affianca piazza Roma e porta verso  piazza Duomo?

E' forse solo quel tuffo nel mistero, a rendere più accattivante, ma anche inquietante la sua presenza in città,  già materializzata, da valenti scultori,  in varie statue commemorative ?

Certo è che Cremona ne va fiera ed il palazzo del Comune, gelosamente costudisce, usciti da quella sua antica  bottega, 4 violini e 1 viola. Certo è che quella sua arte divulgata, si è talmente estesa che nella non grandissima Cremona, sono ben 141 le botteghe artigianali specializzate nella sua costruzione.

Certo è che il 5 dicembre 2012, l'UNESCO, ha riconosciuto  ed iscritto la liuteria cremonese quale Patrimonio immateriale dell'umanità.

" Saper fare liutaio" prestigioso tesoro da custodire, tramandare, proteggere, esaltare.

Riconoscimento assolutamente meritato che viene a compensare l'appassionato impegno di tanti maestri liutai presenti sul territorio, l'orgoglio di quanti si sono battuti perchè ciò potesse realizzarsi e quello  di un' intera città divenuta di colpo  più importante e consapevole. Cremona oltre che  ad esportare, insegnarne l'arte,   seguiterà nei secoli a raccontare al mondo l'origine e la storia del suoi magici violini, magari partendo dallo stesso suo grandioso, spettacolare Museo.

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