E' la prima volta, che mi accade di emozionarmi tanto seguendo in televisione la nomina di un Pontefice. Ho studiato in Istituti religiosi. Ho conosciuto preti, frati, monache che ricordo con profonda gratitudine. Altre, più..terrene. Ho sempre guardato al Vaticano, a tutto quanto lo circonda. agli stessi Pontefici ( pur non negando impegno e particolare grandezza di alcuni... Impossibile dimenticare la tenerezza e bontà di Papa Giovanni XXIII, la semplicità di Papa Luciani.. Papa Vojtyla, verrà tra breve santificato. ) come a presenze estremamente potenti, oltremodo... lontane. Più a regnanti, che a personificazione di Cristo in terra. Ho cercato risposte ai miei interrogativi, tuffandomi nelle letture. Spaziando tra pagine di cinque secoli d' Inquisizione, a testi di conoscitori dei costumi della Santa Sede. Poi non mancavano i confronti che dentro di me, inevitabilmente prendevano corpo. C'erano cose che stridevano, trovavo lontane dai contenuti di alcune prediche, delle encicliche stesse..! Parole che volavano raggiungendo il cuore di molti, mandandone in crisi altri...! Cristo, mi dicevo, non si proporrebbe al suo gregge come re! Lo farebbe con umiltà, come pastore...! Poi, il 13 marzo 2013, dopo il consapevole, pur coraggioso ritiro di Papa Joseph Ratzinger, cinque rapide votazioni nel giro di due giorni e una nuova fumata bianca, con il conclusivo " Habemus Papam". Quindi, l'attesa del nuovo Pontefice e il mio stupore....Sua Santità si è affacciato alla loggia, in quella prima apparizione, incantando il mondo. Impacciato ed umile. Lo sguardo timido abbassato sull'abito interamente bianco. Forse incredulo dinnanzi all'entusiasmo suscitato in quanti gremivano piazza San Pietro, Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, gesuita ( l'ordine, fondato nel 1534 da Sant'Ignazio di Loyola, venne,nel 1540, ufficialmente riconosciuto dal Papa Paolo III ), perito chimico laureato in filosofia, argentino, ma di origini italiane, era approdato a Roma per partecipare al Conclave, convinto che vi avrebbe rapidamente fatto ritorno. Qualcuno lassù, aveva però deciso che sarebbe dovuto restare. Avrebbe dovuto portare aria nuova e pulita. Quella ventata di semplicità, spontaneità e freschezza, a dispetto dell'età, di cui la Chiesa ha un bisogno estremo, da subito rinchiusa nel nome prescelto; Francesco.( Colto, benestante, Francesco D'Assisi, si spogliò di ogni avere per potersi dedicare ad opere di carità verso emaginati e lebbrosi. Fondò l'ordine dei Francescani, che venne ufficialmente riconosciuto nel 1210, da Papa Innocenzo III. Patrono d'Italia, il Santo con le stignate, venne canonizzato da Papa Gregorio IX nel 1228). " I miei fratelli cardinali" - sono state le prime parole del nuovo Pontefice - " sono venuti a prendermi quasi alla fine del mondo, ma siamo quì"- Penso che quella "fine del mondo" in cui si spostava con mezzi pubblici per raggiungere misere favelas, si sia privata, per poterlo concedere, di un sostegno di cui anche solo le parole potevano essere preziose, di conforto, indispensabili. Penso che questo Santo Padre sorridente, che ha chiesto alla folla per sè una preghiera, perchè il Signore lo potesse benedire prima di poter offrire la propria benedizione, sarà per tutti luce, splendore di un diamante che illuminerà la notte. Ha iniziato da subito Papa Francesco I, ad ostentare grande semplicità rifiutando l' importante, prezioso anello " del Pescatore". Sarebbe bastato in argento dorato. Ha sostituito, sul petto, la grande croce aurea, con una simile in umile ferro, decisamente più spartana. Seguita sobriamente a calzare le stesse scarpe nere, al posto di quelle rosse papali ed è andato personalmente a pagare il conto del proprio modesto hotel, rifiutando di soggiornare nel confortevole appartamento, destinato ai Pontefici, in Vaticano. Cerca il contatto con la gente. Quella semplice, normale. Tenero, affettuoso ,paterno verso i bimbi e gli ammalati. Più monaco, frate, che "Capo" della Cristianità. Non "re", ma semplice pescatore di anime. Pastore, per ricondurre a Cristo gran parte delle pecore, nel caos smarrite. Dovrà affrontare ora un grande lavoro, l'umile, determinato Pastore..! Quello di riassestare la Curia, trasmettendo i propri valori. Impresa, che penso non semplice. Quel suo disarmante sorriso, sono certa però riuscirà a raggiungere anche i cuori più ostinati, meno inclini a seguirne l'esempio.
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