Non avevo che diciassette anni quando varcai, in una lontanissima sera, la soglia di quella sconosciuta sala da ballo a Crema. Avevo ceduto alle insistenze di mio fratello, coinvolto da un amico a patto che l’invito fosse allargato anche a me. Conoscevo quel ragazzo. Sapeva che all’uscita della scuola magistrale che frequentavo, amando camminare, ogni giorno attraversavo a piedi, per arrivare a casa, tutto il centro cittadino. Quando giungevo all’altezza del bar che frequentava e che dovevo obbligatoriamente oltrepassare, non potevo non notare la sua lunga macchina posteggiata poco più in là, in prossimità della chiesa.. Ogni volta, allungavo il passo nella speranza di non essere notata, ma, immancabilmente, pochi secondi dopo, avvertivo i suoi passi alle mie spalle. Mi aveva aspettato ed accadeva quasi quotidianamente. Mi affiancava e salutava sorridente, brioso.

" Sali..!" – mi diceva – " ti accompagno a casa..!".

Avevo intuito da tempo la forte simpatia che nutriva nei miei confronti, ma ero giovanissima, e lui.., simpatico, brillante, bello, per me era decisamente troppo… grande! Aveva, infatti, superato i trent’anni. Pur di vedermi, si inventava mille possibilità di incontro, incurante della "guardia del corpo" (mio fratello) che il più delle volte mi affiancava. Mi sembra ancora di risentire, le preoccupate raccomandazioni che gli faceva la mamma…. Sempre le stesse, dense di apprensione: "Ti raccomando" - gli diceva -  "abbi cura di tua sorella..!". Così, per far contenti entrambi, decisi di uscire in loro compagnia. Ho sempre adorato i tacchi altissimi. Li avevo anche quella sera. Ricordo il vestitino corto corto in lamè dorato, estremamente semplice nella linea, che indossavo. Ricordo l’espressione compiaciuta di chi mi aprì la portiera per permettermi di accedere al sedile posteriore dell’automobile. Un’ammirazione a cui non facevo molto caso, ma che, comunque, faceva piacere ricevere. Giunti sul posto, evidenziata l’insegna luminosa del locale, entrammo e ci sedemmo ad un tavolino accanto a una colonna.

Solo a un paio di metri, alle mie spalle, il complesso suonava gli splendidi, intramontabili motivi di quei magici anni sessanta. Non mi sentivo di ballare. Stetti quindi a conversare amabilmente, quando, a metà serata, udii una voce dal palco che stava comunicando qualcosa. Chiacchierando, tra il vociare dei presenti e la confusione, non ero riuscita ad afferrarne il contenuto. Non mi resi subito conto di quanto stava accadendo, ma quella stessa voce che, attraverso il microfono, invitava sul palcoscenico la   "ragazza bionda del tavolino accanto alla colonna", la udii distintamente." Stanno parlando di te" - disse l’amico sorridendo.. - "Vai..!". Mi sentii sprofondare. Arrossendo, finsi di non aver udito, ignorando l’appello, fintanto che due ragazzi vennero gentilmente, educatamente a prelevarmi. Li seguii con riluttanza. Confusa, intimidita, frastornata dai fasci di luce che si erano bloccati su di me, sprigionando bagliori dal tessuto dorato del mio vestito, non riuscii a vivere con la dovuta partecipazione e serenità quegli attimi, comunque magici.. Sentivo la gente applaudire, ma era come fossi stata repentinamente catapultata in un sogno dal quale non riuscivo a sfuggire , a ridestarmi… Abbagliata, agitata come non mai, mi resi solo conto che mi stavano infilando una fascia con scritto a caratteri d’oro "Miss Crema" e che mi avevano messo tra le braccia un enorme, splendido mazzo di fiori. La stessa sera, compresi il significato di quella elezione. Ero stata prescelta, ed avrei dovuto sottopormi ad una serie di nuove selezioni, in gara, per il titolo di Miss Italia. Qualsiasi ragazza, penso, ne sarebbe stata orgogliosa, entusiasta....! Tutte…, meno che me! Quando puntualmente giunse la convocazione successiva…, la cestinai. La mia avventura, decisi, si sarebbe arenata e conclusa in quel preciso momento.

Sempre per caso mi ritrovai in un altro locale, qualche anno dopo. Ero già sposata, all’epoca. Avevo da un mese dato alla luce la mia seconda bambina ed era la prima sera, se ben ricordo anche l’unica, che, con il consorte, dopo aver fatto addormentare le piccine ed averle temporaneamente affidate alla nonna, mi ero concessa qualche ora di libera uscita.

Entrai in quella sala da ballo all’aperto, ignara in merito a quanto avrebbe dovuto avvenire. Avevo i capelli lunghissimi, ed ero avvolta da un lungo, semplicissimo abito in una tenue fantasia floreale. In quell’occasione, non mi dettero neppure il tempo di sedermi, di occupare il tavolino, al quale, ero solo riuscita ad accostarmi. Un giovanotto si avvicinò scusandosi con il marito, comunicandomi che avrei dovuto salire anche su quel palco. Ero stata scelta per diventare " Miss Cremona". Dovetti far presente che ero sposata ed ero già mamma. In quegli anni, una ragazza con pargoli, non poteva certo ambire a diventare una Miss.

L’uomo mi guardò non celando il suo stupore, il suo imbarazzo, ma non desistette…Non sarebbe stato regolare, ammise, ma la giuria aveva deciso di premiarmi ugualmente…. Dì lì a poco, quindi, una giovane mamma, dovette salire i gradini di quella rialzata piattaforma. Non divenni, per ovvie ragioni " Miss Cremona", ma mi fu assegnato il titolo speciale di " Miss Eleganza".

La terza competizione, in cui mi trovai, mio malgrado coinvolta, mi portò la proposta da parte di un esponente di un’Agenzia milanese, di fare la fotomodella, per la stessa, in quella città. L’offerta, decisamente lusinghiera, allettante, mi portò repentinamente a pensare a mamma, a casa, che non era in buone condizioni di salute. Le avrei dato ulteriori preoccupazioni. Mi dissero che, negli spostamenti, avrei potuto portarla con me, ma era un sacrificio che non avrei mai avuto il coraggio di chiederle… Ringraziai e ……rifiutai.

Di quelle partecipazioni a sorpresa, conservo ancor oggi un ricordo bellissimo oltre ad alcune delle tante foto che mi vennero scattate e la mia bella fascia. A volte, le riprendo in mano. Le riguardo con tenerezza, senza alcun rimpianto…Non mi sono mai domandata come sarebbe stata la mia vita se avessi continuato le selezioni…! Tantomeno, se sarebbe stata migliore, nel caso avessi accettato il contratto per fotomodella…!Vivere cercando notorietà (già allora lo comprendevo..!) , sarebbe stata una follia… L’ambizione, la voglia di emergere, il sogno, molto spesso velocemente si frantuma, lasciando amaro in bocca e delusione…

Ho lasciato cadere ogni possibilità, non ho sfruttato qualità che forse avrei potuto possedere, ma… le mie aspirazioni erano altre ed opposte a quel genere di vita e di cose, verso le quali non mi sentivo intimamente, caratterialmente portata, né attratta. A chi ora sostiene che avrei potuto avere il mondo …, vorrei soltanto rispondere con poche, ma sincere, concrete parole…! Io… il mondo, l’ho avuto! Mi sono sempre ritenuta una privilegiata nei confronti di tante ragazze, che darebbero qualsiasi cosa pur di provare l’emozione di salire su un palco, ottenere un titolo, una fascia di Miss…! Io.. ne ho ottenuto più di uno, senza averli cercati. Così…, proprio per caso..! Il mondo, l’ho avuto il giorno che sono diventata mamma. Lo ritrovo nell’affetto delle persone che amo e mi amano, negli stessi errori commessi e non rinnego. Ognuno di essi mi ha arricchita, resa più forte, più saggia. Il mondo, non l’ho perduto neppure nei momenti bui della mia esistenza, nei dolori sempre in agguato che hanno costellato, oscurato troppi tratti del mio cammino. Non lo perdo neppure ora, nella malattia. Ora che per me ha il sapore della lotta, della speranza che mi porta ad illudermi che un giorno, riuscirò a sconfiggere la sclerosi multipla, la mia attuale, scomoda compagna di viaggio. La malattia, ha ulteriormente, comunque, radicato quelle che sono sempre state le mie convinzioni. Mi ha dato un’ulteriore possibilità di capire quanto siano imprevedibili i giochi, le sorprese della vita e quanto siano fatui certi mondi intrisi di apparenza, arrivismo, ambizioni sfrenate, di sete di successo e potere..! Mondi e traguardi che hanno il decorso delle favole…. Prima o poi… sono destinati a chiudersi.., a finire.

                                                      

Perchè quelle foto....! Perchè mi auguro che, anche quanti leggeranno questo pezzo, possano guardarle con i miei stessi occhi. Con la stessa tenerezza  che  mi incutono.

Nessuna malizia....Nessuna forma di esibizionismo..!  Mi trovai iscritta a quella prima competizione a mia insaputa, per mano di un amico. Cosa vi vedo personalmente? Solo lontani, bei ricordi...! Una ragazza  imbarazzata e molto timida, priva di ambizioni, che  avrebbe preferito fuggire da quel palco..., anzichè sostarvi dinnanzi a tanta, troppa gente.  Cosa ci ho guadagnato..? Una proposta per fotomodella a Milano, rifiutata; l' acquisizione  di quella forza  interiore, quella maggior consapevolezza  di me stessa, che i dolori avevano disintegrata, annientata.

    

 

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