No.., non erano unicamente le belle
amicizie che ero riuscita a crearmi intorno, a rendere così speciale Pinerolo.
Era proprio la città ad avermi
conquistata fino a farmi desiderare di non abbandonarla mai...! La mia
città "regina < Vista dall'alto, posta com'è all'imboccatura di due bellissime valli, ai piedi delle Alpi Cozie, davanti ad una pianura vastissima, seminata di centinaia di villaggi, che paiono isole bianche in un vasto mare verde ed immobile, è la città più bella del Piemonte >. In tanti anni di
lontananza, non ho mai cessato di amarla. Mai mancato, appena possibile, di ritornarvi. Tornare per rivedere le case
dove ho abitato. La deliziosa villetta di Via Vigone, con imposte in
legno azzurro ed il giardino con altissimi
pini che, in primavera, si riempiva di giunchiglie. Il grande cancello in legno
che conduceva all'ingresso, tramite una dolce salita. Il tempo, ha
lasciato inalterato il suo
fascino. E' quasi se mi attendessi , transitando, fermandomi
a contemplarla, di vedere all'improvviso sbucare tra il verde, o dietro i
vetri, da una tendina scostata, Biancaneve, qualche bionda, alata fatina...Le bimbe, di
quella casetta erano entusiaste...C'era sempre qualche
gattino in transito, che le faceva andare in visibilio ma
che faceva impazzire me, terrorizzata...Loro
sapevano che avevo paura. Si divertivano, per questo, a portarmeli in
casa, magari mentre ero intenta a cucinare. Repentinamente, mi trovavo il micetto
tra i piedi ed il mio grido, la mia protesta era seguita da risa
argentine. Una mamma che aveva paura di un gattino? Può succedere no
? Io ne ho sempre avuta..., e tanta...! Ma penso fossero più quei micetti ad
intimorirsi e precipitosamente fuggire spaventati, dinnanzi alla mia
immediata reazi Necessitando di un ambiente più consono, ampio, ci trasferimmo, in seguito, in un bel appartamento in via Cavalieri D'Italia. Niente più giardino, nè giunchiglie o micetti, ma ogni stanza, grande, spaziosa, aveva un balconcino. Pure la cameretta delle pupe ne era fornita. Sul pavimento, avevo disteso un grande tappeto con al centro la stampa di un simpatico pagliaccio. Era lì che trascorrevano, ore di gioco tranquillo. Quasi sempre, almeno...! Quello, era diventato il loro piccolo mondo. Un mondo fatto di minuscoli Puffi azzurri con la loro buffa casetta. Barbie da spogliare e rivestire, figurine che, ognuna, gelosamente eclissava agli occhi dell'altra, strizzandole in pacchettini stralegati, nascosti poi nei cassetti dei rispettivi comodini. A tratti, nel silenzio, le vocette, mutavano in gridi indispettiti. Comprendevo che si stavano azzuffando. Avevano litigato. In breve, una delle due, sopraggiungeva in lacrime...Dolci ricordi anche quelle scaramucce...! Trasferendoci in quel condominio, non conoscevo nessuno, ma ci pensò dopo pochi giorni Chicca a mettermi direttamente in contatto con la signora del piano di sotto...! Stava giocando, ai piedi del suo lettino sul tappeto. La lasciai lì, tranquilla, seguitando a fare quanto stavo ultimando. Ad un tratto, udii una voce di donna che mi parve giungere dalla strada. Stava parlando con la bimba? Sbirciai incuriosita, La bambina, sul balconcino, teneva tra le piccole mani, una minuscola pistola ad acqua, ormai mezza vuota, L'aveva spruzzata sulla chioma della signora di sotto, affacciata alla ringhiera del proprio. La sgridai. Mortificata chiesi scusa, ma lei sorrise...< E' una bambina! Lasci stare...>. Trovai, in quell'insolito modo, la prima persona amica del caseggiato. Qualche tempo dopo, venni a conoscenza
che, in Pinerolo, si teneva, un corso di taglio e cucito. Era serale.
Decisi di farlo. In breve mi appassionai
ed imparai a confezionare
abitini. Rigorosamente uguali...! Tanto, con quegli undici mesi
di differenza, le mie piccole sembravano gemelle! La sera, do Quando le accompagnai, il pomeriggio di carnevale, nella piazza chiassosa e gremita, ( era forse il penultimo anno di permanenza nella mia magica città), tra tutti i bimbi mascherati, mi sembrarono le più carine ed originali. Scese dal cielo una grande mongolfiera. Si posizionò, tra lo stupore dei più piccini, al centro della piazza. Ne scese la maschera di Gianduia e, tra coriandoli, stelle filanti, dolcetti, furono ore di divertimento indimenticabile anche per me, che gioivo nel vederle contente. Chicca, era affascinata dai cavalli. A Pinerolo, rinomata in tutto il mondo per la Scuola di Cavalleria, non era difficile imbattersi in uno di quegli splendidi esemplari, mentre trottava sulla strada, fiancheggiando marciapiedi, per non essere di intralcio alle automobili. Un giorno ammirandone uno, esclamò - "Mamma, invece dei gattini, perchè non prendiamo un cavallo ?"- - " Tesoro.., dove
potremmo tenerlo?" - Lei, senza scomporsi rispose.... -" Mamma, lo
teniamo sul
balcone !!!"- Dovetti spiegarle che -" No, tesoro! Certo che no! " _ -" Ecco, vedi ? Allora smetto...!!!"- In quell'istante, anche per lei , si concluse il breve incontro con la musica. Pure quella seconda casa, è sempre inclusa nei miei frequenti pellegrinaggi. Un'abitazione densa di ricordi meravigliosi citati e non, ma anche di momenti tristi, difficili, come le continue bronchiti di Chiara. Interminabili al punto da trovarmi costretta a lanciare frequenti sos alle nonne che, a turno, dovendo io lavorare, ci raggiungevano per offrire una mano , il loro prezioso aiuto. Sei anni densi di ricordi dell'infanzia delle mie figlie, sullo sfondo di quei paesaggi da sogno che mi mancano e torno a ricercare con tenerezza, malcelato rimpianto. Perchè i bambini devono crescere tanto in fretta ?
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