Quando si defilò all’orizzonte la prospettiva di un trasferimento alla Streglio, proposto ad altri due dipendenti, oltre che al mio ex marito ed a me , la prima reazione, non fu propriamente di entusiasmo… Io schiva e poco incline ai viaggi, alle lunghe permanenze in località differenti dalla mia città d’origine, avrei dovuto lasciare abitudini e luoghi da sempre conosciuti e familiari, per un periodo illimitato, forse…definitivo. Fu la prima volta che piansi…

Già mi vedevo angosciata, indaffaratissima, divisa tra lavoro e famiglia, oppressa da mille preoccupazioni… Mi chiedevo se mai sarei riuscita ad ambientarmi; come avrei reagito all’impatto di un’esistenza nuova, totalmente ribaltata, decisamente più stressante, priva del sostegno di mia suocera, della mamma, che all’occorrenza prestavano il loro prezioso contributo, avendo già, io, due bimbe in tenerissima età..! La preoccupazione era anche rivolta a loro..! Si sarebbero adeguate al repentino mutamento? Al nuovo asilo che avremmo dovuto trovar loro? Agli orari di permanenza a scuola che avrebbero dovuto essere, dati gli impegni lavorativi di entrambi i genitori, decisamente più lunghi? In Streglio, avrei svolto lo stesso lavoro di impiegata adibita al cottimo, che già svolgevo nella grande industria dolciaria che mi accingevo a lasciare. Mi angosciava, però, il pensiero, che mi sarei trovata tra persone sconosciute che avrebbero potuto guardare, magari con diffidenza, (come del resto penso sia avvenuto), alla nuova "colonia cremonese" approdata nella prestigiosa industria nonese.

Fu, però, tutto molto più semplice del previsto. Fu proprio l’abbraccio simbolico e protettivo in cui mi strinsero quelle fiabesche montagne, la magia che mi trasmise da subito Pinerolo, splendida cittadina dalle origini medioevali, le stesse care persone del posto che piano piano imparai a conoscere, ad infondermi sicurezza, serenità. Più i mesi passavano, il tempo scivolava via, più mi rendevo conto che stavo sorprendentemente e facilmente integrandomi nella mia nuova realtà. Lentamente, mi sganciavo dalle mie origini ed abbracciavo, in modo del tutto naturale, la tipica cadenza, la terminologia del dialetto piemontese che non ho più completamente smarrito nonostante, ad un certo punto del tragitto, si sia verificato un da me sofferto, cambiamento di rotta. Pur sommersa da mille impegni e problemi, ero riuscita a ritagliarmi la mia felicità, a coniugare con entusiasmo entrambi i ruoli: quello di lavoratrice con quello di mamma.

I ricordi di quegli anni, sono rimasti molteplici, indelebili... Ho scolpito nel cuore il sorriso dolce di suor Ada che attendeva, all’ asilo, la mattina, le piccole..! Rivedo la scuola elementare in cima alla collina di S. Maurizio, splendida, antica, massiccia che sembrava in procinto di ruzzolare dalla lunga sassosa, ripida discesa e riassaporo quell’aria satura del mistero di antiche leggende, che tanto mi affascinava..! Leggende di lontani cavalieri imprigionati nella fortezza; della famosa, misteriosa, enigmatica Maschera di ferro.

Adoravo il mercato, il sabato mattina..! Le tante colorate bancarelle..! Mi divertiva accostarmi ad alcune di esse e sentir parlare con un verace accento meridionale, anziché quello del luogo, che ritenevo scontato. Mi intenerivano le tipiche, anziane montanare, che offrivano il frutto del loro lavoro, della loro fatica, della stessa loro terra, il tutto adagiato in pochi rustici cesti. C’era inoltre tutto il folklore e le affascinanti tradizioni, in Pinerolo, di un centro famoso nel mondo quale " Città della cavalleria". Ma… un ruolo di primaria importanza, l’avevano loro….., gli amici più vicini e cari. Rosella con i suoi teneri gesti di amicizia; con le prime violette del suo orto, lasciate la mattina sulla mia scrivania; il caro, sensibile, indimenticabile William.. Le domeniche, le ferie trascorse insieme, al mare… Come potrei scordare tutto ciò…!!! La spumeggiante Gabriella, Raffaele con Dina…

Quando arrivò il contrordine.., la proposta di rientro a Cremona, per la seconda volta …..piansi…. Piansi per la ragione opposta alla precedente… A distanza di sei anni, era da lì che non me ne volevo più andare..! Non volevo lasciare le "mie montagne", la città che mi aveva ospitata, adottata e stregata, le stesse tenere, splendide amicizie che avevo costruito…!Sono ormai trascorsi tanti anni, da allora, ma un pezzo di me, è rimasto là, incagliato a splendidi paesaggi e rimpianti. Perdonami Cremona…, ma il cielo su Pinerolo è di un azzurro...diverso…! Più brillante, meraviglioso è il verde dell’erba, in Piemonte….! E la nebbia ? Si fermava, d’inverno, alle porte della mia città magica…!Non osava avanzare ed avvolgerla per non ingrigirla, per non soffocarne il naturale, innato splendore..!

 

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