Se mi chiedessero di offrire una definizione al termine "felicità", risponderei che chiunque può imparare a crearsela. Questo indipendentemente dalla situazione in cui versa, dal suo stato di salute.  La stessa, penso sia, unicamente, uno stato dell'anima; sia fatta della serenità che una persona riesce a portarsi dentro. Ritornano a tratti i tristi anni dell'infanzia, dell'adolescenza. Il tempo, galantuomo, tende a  guarire le lacerazioni del cuore. Attenua traumi subiti, sfumandoli, avvolgendoli in una nube d'oblìo. In una nebbia sottile che lascia emergere, di tanto in tanto, solo parentesi gradevoli... I momenti negativi, pesanti, mi hanno aiutato a diventare forte, crescere interiormente, responsabilizzarmi. Passando attraverso molteplici difficoltà, scarse disponibità economiche, ho scoperto, sin da ragazzina, un modo tutto mio di costruirmi parentesi serene.  Una felicità fatta di poco, quasi di nulla. Quel nulla in cui, però, riuscivo a ritrovare tutto. Che  alimentavo di piccole cose, arricchivo di desideri, nell'illusione che un giorno sarebbero potuti avverarsi. Di sogni lievi e dolci che sorvolavano, fino a superarla, la durezza della vera esistenza. Come le mie coetanee, desideravo quanto sarebbe stato in grado di regalarmi briciole di sole, appagando la mia giustificata, giovanile ambizione. Il bel paio di scarpe, viste nella vetrina del centro città, accessibile a chiunque, per me, non lo era.  Avevo una famiglia da aiutare, su cui non far pesare gli errori, già grevi, di mio padre, le personali rinunce.

Le contemplavo. Pensavo.... " Forse....., chissà .....!" . Quando il sogno riusciva a concretizzarsi, era come toccare il cielo con un dito. Mi sentivo fortunata...! Prigioniera di una favola in cui, un'invisibile fata, con la sua bacchetta magica, riusciva a materializzare,  l'oggetto del  personale desiderio.    Un incrocio tra Cenerentola e la Bella addormentata. Al par mio bionde, dolci,  privilegiate, pur nelle loro iniziali calamità.

 Acquistavo i miei semplici abitini, su bancarelle di mercato a prezzi stracciati. Ma già l'opportunità di potermene permettere  almeno uno ogni tanto, riusciva ad invadermi di una inspiegabile gioia. Avevo anche imparato a cucirmeli, facendomi insegnare da una vicina disponibile. Li indossavo come fossero preziosi modelli, usciti dalla  collezione  del più famoso degli stilisti. L'edicolante, una signora  bonaria, tenera, affezionata, ogni volta che mi vedeva arrivare, non mancava di fermarmi. -" Come stai bene...!" - mi diceva. Sorridevo. Rispondevo che quanto avevo indosso,  arrivava da una bancarella senza pretese.

- " Qualsiasi cosa  tu metta, diventa speciale " - commentava - "   Sarà per come lo porti.. Sembri una principessa!". E la piccola principessa, nel suo abituccio da quattro soldi, si sentiva felice, con  il mondo stesso tra le mani. C'era poi il macellaio che si faceva sulla porta, quando passava. C'era il signore che, incrociato lungo il sottopasso, la guardava ed esclamava...." Se tutti gli angeli fossero così....!",  ed alcuni clienti che uscivano dal bar, definendola la ragazza più carina che  vi transitava dinnanzi. Due bimbetti, giocavano seduti, di spalle, contro un muretto. Avvertendo il ticchettio dei miei tacchi, alzavano il visetto curioso.... Udivo distinta  la loro vocetta, la loro infantile, innocente  esclamazione.  E forse, unicamente a loro, andava la mia gratitudine. L'innocenza non mente. L'innocenza non  inganna ed è pulita. Un giorno, un ragazzino, suonò alla  mia porta. Aveva circa undici anni. Aveva l'incarico di vendere saponette. Aprii...,mi mostrò ed offrì  quanto teneva  in un piccolo cesto in vimini. Sorridendo, ringraziandolo,  dissi che non mi serviva nulla. Il bambino rimase per qualche minuto  in silenzio ad osservarmi.

Ne estrasse  poi due. Indifferente alla mia protesta, me le mise tra le mani. Mentre si precipitava giù per le scale, gli chiesi. - " Ma perchè, tesoro?" - La sua risposta fu, senza nemmeno voltarsi... - " Perchè sei bella..!" - e si dileguò, lasciandomi commossa, senza parole.

Quanti dolci episodi,  fermati come teneri ricordi! Sanno, come allora, di felicità ( o serenità...; a volte non è facile distinguere tali sensazioni...). Quella lieve, che nulla aveva  a che vedere con l'arroganza, la pienezza di sè. Alimentata  unicamente da sguardi, parole, apprezzamenti, complimenti educati, gentili... che mi compensavano di tutto quanto, in realtà, la vita non aveva saputo offrirmi di positivo.

 Erano piccoli, profumatissimi  fiori,  che sbocciavano nel mio giardino denso di naturalezza, semplicità. Dal fatto che qualcuno, lassù,aveva voluto  anche elargirmi qualche qualità particolarmente gradevole. Quegli stessi  doni che le tre fatine  buone, offrirono alla Bella Addormentata, nel momento della sua nascita, per arginare, superare il maleficio della fata cattiva.

Sono trascorsi tanti anni da allora. Si sono succeduti nel tempo, i normali eventi che costellano l'esistenza di ogni essere umano.  Inclusi, anche altri problemi, ed ora..... la Sclerosi Multipla. Non ho rinunciato, però, a volermi sentire contenta,  a godere delle piccole cose che la vita riesce ancora ad elargirmi. Oggi, le apprezzo maggiormente. Vivo ogni giorno con l'intensità di come fosse  l'ultimo. Non programmo  più pienamente il futuro. Temo sempre un ribaltamento  improvviso, delle mie attuali condizioni.

Guardo il mio viso riflesso nello specchio su cui gli anni, non sono ancora riusciti ad infierire. Se ravviso una piccola ruga che il giorno precedente mi è sfuggita, che importa...? Si insinua in un contesto di dolcezza che non stona.  Non la temo.  Mi sento serena. Penso sia quanto racchiude il mio animo a riflettersi e a mantenere la luce, inalterata nello sguardo, nel tempo..!

Gli occhi ne sono lo specchio, si dice.. Penso sia realmente così...! I miei, sono densi dei colori  della natura, dei fiori, dell'azzurro del cielo, del luccichìo anche di lacrime talvolta cocenti. Dell'amore  che nutro verso familiari,  amiche, amici....L'animo non  può sfiorire...

Ho bandito ogni forma di sofferenza. So che non tutti hanno saputo meritarmi. La furia del mare, si è portata via, con  la sabbia, residui di delusioni e dolore. Mi ha lasciato pagine bianche da iniziare a riscrivere. Nuova tenerezza da elargire, nuove persone da cui attingere la forza necessaria per continuare. Esempi commuoventi di autentico coraggio in ammalati ed ammalate che, con il sorriso sulle labbra, combattono costantemente, quotidianamente, la loro battaglia contro la SM.

Ascolto la loro voce. -" Ho tutto" - mi dice l'amica più cara - "Non mi manca nulla." - E questo, nonostante anche la vista, l'abbia abbandonata da tempo. Ha, però, tante persone intorno.. Figli straordinari, una ragazza speciale, a cui voglio un bene immenso, che la assiste, due cari ragazzi del Servizio Civile. Tante amiche, compresa la sottoscritta, che le si stringono intorno e la adorano. Sì è fortunata...!  Anche l'amore che si riceve è fortuna,  motivo di  felicità..! In questo specifico frangente, prende il sapore dolce, di una fetta di crostata alla frutta ed un caffè, assaporati insieme. Discorsi rilassanti, sereni, conditi di espansività. Di telefonate per augurarci la buona notte. Per  tranquillizzarmi, nel sentirla allegra, già coricata..

Felicità è anche  guardare la mia casa. Le cose  che ho mutato, per renderla più consona alle mie esigenze attuali.  E' mettermi al computer. Rispondere a mail di amici sinceri,  prendere tra le braccia una delle mie bambole, non stupendomi di trovarla ogni volta sempre imbronciata.

Felicità erano i miei pennelli, fino a poco tempo fa...! Fino a quando il braccio ha iniziato a perdere forza. Erano  le tele che completavo e regolarmente le mie amiche mi portavano via, una volta ultimate.

Felicità è sognare di poter ricominciare a dipingere, ascoltando  Tchaikovski o  Vivaldi. E' il mio sito.  (Grazie Marco...!!!! ) Angolo sereno, nel quale appena posso mi rifugio. Oasi senza tempo, che mi tiene desta fino a notte inoltrata.

 Felicità, sono i miei numerosissimi libri. Quella  più grande, incontenibile, però, deve ancora arrivare.....  L'avrò  il momento in cui   mi renderò conto che qualcosa di concreto  si starà muovendo  e la ricerca raggiungerà  i risultati sperati, tanto attesi. Un modo per arrestare questa malattia.

Non ho tempo di pensare  moralmente a spegnermi, a invecchiare. Voglio guarire. Il sorriso, quando accadrà, avrà il sapore della vittoria sulla crudeltà del male. Della riconoscenza, verso i ricercatori che tanto si stanno impegnando;  della rinascita... Di una nuova vita.

 

  torna a racconti