
Se ho cercato nel
corso della mia esistenza, di estirpare tutto quanto ha contribuito a darmi
sofferenza, al contrario, ho anche desiderato trattenere i momenti
magici che ci sono stati e mi hanno regalato spensieratezza, serenità.
Penso che i miei diciotto anni, siano stati e continuino ad essere
indimenticabili. Quelli che mi hanno portato ad una
personale interiore.... rinascita. Avevo ormai preso coscienza e mi ero parzialmente rassegnata
alla scomparsa della zia. Papà,
non
senza dolore, lo avevo cancellato dal cuore. Ci aveva dimenticati. Mi ero
riproposta di non cercarlo più. Non sarei andata ad elemosinare quell'
affetto, quel sostegno che sarebbe stato obbligato ad offrirci e ci veniva
negato...! Nonostante le difficoltà quotidiane, la vita, stava assumendo
per me i colori vivaci ed i sogni, tipici di quell'età.
Ero una ragazzina gradevole. I ragazzi mi ronzavano intorno. Nessuna
voglia di legami reali, ma le situazioni in cui mi trovavo sovente
proiettata, erano tanto paradossali e divertenti nella loro assurdità,
che non potevano non regalarmi un sorriso, parentesi di allegria. Trovavo addirittura
amici fratelli, a cui non ero minimamente
interessata, che si contendevano il privilegio di accompagnarmi al cinema,
potermi corteggiare.
Poi c'era lui,
Claudio. L'amico d'infanzia. Quasi un fratello. Sveglio,
intelligente. Quando veniva a trovarci ed eravamo bambini, si piazzava
fuori dalla porta geloso, se scopriva che in casa ve ne erano altri. Mamma, stentava a convincerlo
ad entrare, a fargli capire, a sciogliere quel broncio che
inevitabilmente metteva. Claudio, continuai a sentirlo amico e presente, anche in quel
bellissimo periodo. Insieme, eravamo una fucina di sempre nuove, impegnative idee. E fu di
entrambi, infatti, pur non ricordando come nacque, quella di
presentarci un giorno alla redazione del quotidiano "La Provincia", per
proporre una pagina interamente dedicata alla nostra generazione.
Non ricordo chi fosse il Direttore, all'epoca! La cosa
fantastica, fu però, che ci venne accordata. La disponib
ilità
che egli dimostrò, La volontà di
tentare l'esperimento, promuovendo l'iniziativa. Da quel colloquio nacque,
così, la "Voce
dei giovani " .
Un'intera pagina scritta inizialmente da noi due, ma che, in seguito, si
allargò ospitando anche pezzi di altri coetanei dalla dialettica
sciolta. Ricordo la mia immane felicità per essere riusciti a farci ascoltare.
L'impazienza di veder concretizzato quanto avevamo sognato. Iniziammo a
dividerci i compiti ed a scrivere. Gli
articoli avrebbero
dovuto essere variegati. Spaziare ed abbracciare numerosi, differenti
argomenti. Personalmente, mi ero addossata l'onere di occuparmi anche della moda,
dei nuovi dischi in uscita
da presentare ai lettori, di parte delle interviste in programma.
Armata di blocco
e penna, mi calai con entusiasmo nel ruolo della giornalista.
Iniziai ad accedere ai negozi più in vista del centro cittadino.
In ognuno, ero accolta con sorrisi e tanta disponibilità, da parte di
proprietari disposti a collaborare, ad ascoltarmi, spiegarmi, mostrarmi
quanto richiedevo. In quelli di abbigliamento e tessuti, andavo a sondare le
nuove tendenze, analizzando, documentandomi sulle stoffe più richieste e
all'avanguardia, non trascurando neppure dettagli di primaria importanza,
quali potevano essere calzature e borsette. Nei
negozi di dischi, mi facevo dare i nominativi degli ultimi, approdati sul
mercato, presentandoli, sulla pagina, accompagnati da un breve commento.
Tra le interviste
che richiesi, mi emozionò in modo particolare, quella che feci ad un giocatore della
"Cremonese", presso l'hotel San
Giorgio in Cremona... Purtroppo, gli anni trascorsi, ne hanno rimosso il
nome, ma non il batticuore che persistette
fino a completo assolvimento del mio compito. Al mio arrivo, mi fecero
accomodare in un salottino. Lui, non era
ancora sceso. Lo avrebbero avvertito della mia presenza.
Lo vidi
venire avanti, con un sorriso e grande cordialità. Mi si sedette di fronte. Si prestò e rispose a tutte
le mie domande. Io che avevo sempre odiato il calcio, mi trovavo lì ad intervistare un giovane
che, in quel momento, era, di quello sport, proprio uno dei protagonisti in
assoluto. Dio, come mi
sentivo importante.....!
Comprendevo che avrei dovuto dare tutta me stessa, in impegno, per poter
tirar fuori qualcosa di realmente accattivante. Un pezzo valido, da "piccola"
...professionista. Quando l'intervista si concluse, il giocatore
mi strinse la mano. Non penso si sia accorto che stavo tremando...! Me
ne andai entusiasta. Il lavoro svolto, aveva dato buoni risultati. Altra grande soddisfazione fu, quando vidi
pubblicato uno dei racconti che
s
crivevo.
Unico rammarico? Non aver conservato la pagina, come ho fatto con qualche
altra. Gli anni le
hanno ingiallite, scolorite...Nei punti delle piegature, corrose, tagliate.
Continuano però ad essere preziose. Ricordo la mia felicità quando ,un giovane
lettore, scrisse al Direttore del quotidiano, complimentandosi in merito alle
stesse.
Felicità ed
orgoglio ... sconfinati. Sia io che Claudio, in collaborazione con i ragazzi che si erano
nel tempo aggregati, eravamo riusciti a mettere insieme, costruire, qualcosa di
realmente
bello ed apprezzabile. Però.., come tutti i sogni, arrivò il giorno che
anche questo, finì ed il sipario calò su "
La Voce dei giovani". Non ne compresi mai il motivo. Probabilmente, la pagina, rubava
troppo spazio necessario per notizie più importanti. Comprensibile....! Lo fu
un po' meno, però, per quella gioventù, che si
rispecchiava in quegli articoli e, attraverso gli stessi, si sentiva..
gratificata, rappresentata, capita e ... considerata.
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