Ci sono persone che  messe dinnanzi  ad una malattia grave, non riescono a considerare che sè stesse. Se il coniuge si ammala, si attiva in loro il bisogno  di salvaguardare unicamente la propria esistenza, quasi il malato fosse un peso improvviso da allontanare, scrollarsi di dosso..

Domani..., potrebbero essere proprio loro a trovarsi in un simile contesto... 

Solo una considerazione la mia, fortunatamente lontana dalla personale realtà. Tredici anni or sono, fu lui, mio marito ad essere colpito da un ictus. In quel triste frangente, toccò a me stargli per lunghissimi mesi, fatti di attesa e speranza, con amore vicina.  Nel cuore , oltre l'angoscia, solo una preghiera. Quella  che Fulvio superasse nel migliore dei modi un'esperienza, a dir poco... traumatizzante.  Fortunatamente e discretamente, è riuscito a riprendersi. Da dieci anni,  è lui che affianca ed assiste me.

Un angelo... "brontolone", il mio,  ma ricco d' amore e di attenzioni. E' lui che la mattina si sveglia  e mi porta le prime medicine. Mi prepara il caffè. Lo affianca a quelle ( sempre troppe) che devo ancora assumere. Spolvera, passa i pavimenti e mi guarda preoccupato, se avverte che mi sento peggio del solito!

Tutto grava sulle sue spalle. Me ne rendo conto e ci sto male. Non posso alleggerirlo di tutte le incombenze che si ritrova. Non ce la faccio più fisicamente.. Quando lo vedo tornare dalla spesa stanchissimo, con tre pesanti borse, ho un tuffo al cuore. Mi sento in colpa.  Mi rendo conto che la Sclerosi Multipla, non ha stravolto solo la mia vita, ma, inevitabilmente, anche la sua.  Lui però prosegue imperterrito, dividendosi tra tutto quanto io comporto e i pesanti turni di lavoro,  Resiste.... per amore.

 "Se non avessi incontrato te, non mi sarei mai sposato" , mi dice. Ne sono convinta e penso di essere stata oltremodo fortunata. Al di là delle normali scaramucce che penso caratterizzino ogni coppia, al di là  degli interessi che non condividiamo, ma rispettiamo l'uno dell'altra, qualcosa in comune però lo abbiamo. L' umanità, il bene reciproco, la volontà di proseguire insieme fino alla fine dei nostri giorni.

Grazie, Fulvio! Grazie per tutto quello che mi dai, per quello che sei. Grazie per tutte le volte che riesci a farmi sorridere, pur sentendomi triste.

" Ho bisogno di te anche così"  mi dici  " Anche ammalata!".

Quando sto male e vado in crisi, sei ancora  tu a darmi coraggio. " Hai un problema, ma sei ancora la stessa donna di cui mi sono innamorato!". Non è sicuramente vero ( le malattie distruggono ),  o forse sono io che mi sento addosso cent'anni, ma gli sono grata. Riesce sempre a farmi  sentire unica,  importante.

Grazie e perdona, se troppo poco ti dico che  ...

                         

  

                                                       

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