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La
primavera è tornata. Ha cancellato il grigiore dell'inverno rivestendo di foglie
lucenti gli alberi sottostanti. Pure il vento sembra sussurrarmi che i mesi
della malinconia se ne sono andati...! E' una splendida giornata, oggi, ma
restano fuori, al di là dei vetri , il
sole, il gorgheggiare degli uccelli, il tubare dei piccione sul tetto..., lo
stesso frastuono della strada. Per persone come me, impossibilitate a spostarsi
autonomamente, malate di Sclerosi Multipla, momenti come
questi sono frequenti. Però, non mi pesano. E' dolce anche sentirsi protetti
dalle pareti della propria ca sa.
Ascoltare il vento, la sua voce, pur senza permettergli
di scompigliarti i capelli. Avvertirlo solo di riflesso, mentre fa ondeggiare,
sferza corolle di gerani sul balcone. E il disagio
della malattia, si sfuma e costella a tratti, di attimi di serenità
ed incanto. Forse, se fossi stata in salute, non mi sarei
neppure soffermata a spiare il progressivo schiudersi delle rose scarlatte che
lo scorso anno ho invasato...! Sono bellissime. Promettono una buona fioritura. Se fossi stata bene, avrei probabilmente preso la macchina. ( ho fatto
la patente a Torino. Con poca convinzione inizialmente, ma per
l'impellente necessità di potermi spostare da None a Pinerolo. Andare a
prendere personalmente,
in caso di impegni lavorativi paterni, a scuola le bimbe, all'epoca
piccine...) Sarei uscita per andare magari a rinchiudermi in qualche centro
commerciale o a contemplare la campagna che
in questa magica stagione, riprende vita e colore. L'automobile, per quel senso
di libertà, di indipendenza che mi ha sempre trasmesso, è stata forse la rinuncia più
grande e
problematica che ho dovuto affrontare. Inizialmente, non ho voluto
rinunciare al rinnovo della patente. Mi bastava
sapere di averla con me, per non sentirmi diversa da come ero prima della
scioccante sentenza.... Se gravi problemi già persistevano, riuscivo però
ancora a gestire l'acceleratore, il pedale del freno, la frizione.
Ho inizialmente attraversato un lungo periodo di inattività e di incertezze, ma
alla fine, sono tornata a chiedere a mio marito di rifarmi guidare. Volevo
ricominciare..... Lui, cercava di dissuadermi, ma, dietro tanta
insistenza, si sentiva costretto a cedermi la postazione di guida. Penso percepisse la battaglia
estenuante che stavo combattendo. La voglia di ribellarmi all'evidenza,
non arrendermi; tornare ad essere autosufficiente..Riprendere in mano la mia
vita, riconquistare, sia pur limitatamente, la mia autonomia. Nel contempo,
però, rimettendomi al volante, più ricercavo quel senso di normalità alla quale
aspiravo, più prendevo coscienza dei miei nuovi limiti, di una crescente
insicurezza. La tensione di mio marito in primo luogo, la macchina
t roppo potente,
mi insinuavano la convinzione che stavo rischiando di diventare un
pericolo per gli altri, oltre che per me stessa..! Ho smesso
definitivamente di guidare, anche se, in
fondo al cuore, fino a quel successivo peggioramento,ho a lungo mantenuto la
speranza di poter star meglio, riuscire ancora a farlo. Dallo scorso anno, ho
messo a riposo la patente, rinunciando definitivamente al rinnovo.
Nulla di
positivo, in tutto ciò, è vero..! Sono però convinta che la vita, se
tanto ti toglie, riesce anche a compensare il vuoto che ti lascia,
rimpiazzandolo con altri stimoli, altri motivi di conforto. Avevo lasciato una
realtà nella norma, per ritrovarmi in breve, repentinamente catapultata in un'altra
dalle prospettive... devastanti. Una
realtà che non è però riuscità a schiacciarmi, mettermi
in ginocchio, strapparmi il sole che sento ancora internamente e
diventa ulteriormente caldo, intenso quando si confronta con altre persone ammalate,
amiche,che adoro..
Ho perduto la
salute, non la voglia di reagire, di combattere....! Non ho ravvisato into rno,
e nei posti in cui sarebbe stato più ovvio trovarla, l'umanità che mi
illudevo di incontrare, ma il coraggio di persone straordinarie..,
quello sì, l'ho trovato! Persone che fanno parte di un mondo ... ignorato, a
tratti emarginato, troppo spesso incompreso, mortificato.....quello dei
disabili. Un mondo al quale, ormai , mio malgrado.... appartengo. E
proprio loro, in primo luogo, insieme a quanti mi amano, continuano
ad infondermi tutta la grinta, la forza che mi esplode ancora dentro! Mi
aiutano a comprendere che pur con problemi motori, tra molteplici difficoltà,
anche per me si sta schiudendo e torna a sorridere la primavera...
Il sole torna a
splendere, a scaldarmi. Il cielo sta tornando terso. Nell'animo.., lo
stesso inno alla vita, voglia di amore, comprensione. Se il fisico è
ammalato, luminoso ed integro rimane pur sempre il cuore a catturare raggi
di luce, per poter illuminare spiriti spesso proiettati verso il buio
dell'indifferenza, dell'egoismo.
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