|
Penso sinceramente che Dio, guardando pietoso quaggiù, decida,
in particolari momenti della nostra vita, di metterci a fianco un angelo che ci sostenga, ci
aiuti a vivere. Un angelo, sotto sembianze umane, che non riusciremo a ravvisare
come tale,
se non quando rispiccherà il volo per tornare alla luce
dalla quale era precedentemente partito.
Dal giorno in
cui la zia se ne è andata, ho avuto la sensazione che proprio sotto le spoglie
di quella donna ancor bella, morta a soli 49 anni, Qualcuno lassù, avesse
realmente celato uno
dei suoi celesti messaggeri.
Guardando il suo volto, non
era difficile ravvisarvi un bagliore .. non comune. Estremamente buona,
aveva un profondo
senso della giustizia, della sincerità e... amore, tanto amore da donare
ai bambini, alle persone
sofferenti. Una creatura dall'animo nobile, sensibile,
immenso, che, nella sua breve esistenza, cercò, con tenerezza infinita, di
plasmarmi quasi fossi un blocco di creta da modellare, perchè, sotto le
sue dita, prendessi la forma e la dolcezza che desiderava acquisissi.
Non so, se nei
meandri della mente, del suo cuore, vi fosse già sentore della prematura
fine... (era ammalata di nefrite sin da quando era bambina. Quel lontano giorno
in cui spirò, i medici confermarono che, tutti gli anni vissuti, le erano stati
.... regalati....!). Forse, qualcosa presentiva, ma lo celava dietro
quello sguardo dolce che, a tratti, si velava di enigmatica tristezza
e quel suo desiderio di starmi vicina il più a lungo possibile. Non avrebbe
potuto andarsene prima di aver portato a termine la missione per la quale,
forse, era stata inviata. Quella di "lavorare" sul
mio piccolo cuore di bimba, in modo continuativo ed incessante, per potermi
trasmettere interamente il proprio. A quindici anni, quando mi lasciò, ormai, di
lei, avevo assorbito tutto....!
-" Dadina... " -
ricordo, quando me lo diceva....! - " Non dimenticare mai che è molto più bello donare, che ricevere..!
Nella
vita...ci vuole bontà..!". Quel vezzeggiativo...., " Dadina",
mi era rimasto appiccicato addosso, dalle mie prime, storpiate parole. Non
riuscivo, a pronunciare il mio nome.., lo avevo tramutato, in... "Dada".
I sogni che accarezzava, erano concentrati tutti sulla nipotina che adorava e
voleva educare all'umanità. Un pomeriggio, mentre tenendomi per mano, mi
riaccompagnava a casa, dopo avermi precedentemente condotta alla
lezione di danza classica, le uscì quella proposta, quel suo
grande sogno...
- " Tesoro, a
danza classica vai e ti piace. Faresti contenta la tua
zia, se facessi anche qualcosa che ti aiutasse a diventare "grande"
dentro... E' bello ed educativo il gruppo Scout..! Ci sono ragazzi, ragazze,
bambine come te.. Potrai capire tante cose, frequentandolo!".
Se ben rammento,
quando mi ci avvicinai, avevo dodici anni. Non fu difficile amalgamare con
le compagne di gruppo animate dai miei stessi ideali. Non ebbi alcuna difficoltà
neppure ad adeguarmi a quel "codice" Scout che andava scrupolosamente
rispettato.
In esso, era inclusa almeno
una buona azione quotidiana. Non fu mai problematico, trovare occasioni per espletarla.
C'era
sempre
la nonnina in difficoltà nell'attraversare la strada, da prendere sottobraccio
ed aiutare. La signora con le borse della spesa troppo grevi a cui
offrire disponibilità. Non vedenti sperduti, confusi nella loro oscurità che,
tremolanti, gravando sul bastone bianco, necessitavano del mio dolce intervento.
Si illuminavano, nel percepire la mia mano..! Il mio braccio che
agganciava il loro, reggendoli, allontanandoli da pericolosi ostacoli... Il
compenso più bello? La felicità che avvertivo, nel rendermi utile.
Il sorriso riconoscente . Quel "grazie", denso di commozione, ma anche
di.. tristezza, nel momento in cui, ero costretta a staccarmi da loro, ad
allontanarmi..
Gli atti di altruismo, non si
limitavano, però, solo a quello..! Talvolta, includevano e prendevano il
colore tetro dei muri di ospizi ed orfanotrofi...
Il timore
iniziale, consisteva nel non conoscere quanto avrei trovato all'interno di
ognuno di essi. In breve, però, era destinato a svanire, ad evolversi,
scindersi in sensazioni bellissime, estremamente gratificanti. Nei
ricoveri trovavo persone dolcissime. Cuori al tramonto
densi di malinconia. Sguardi che si perdevano nel vuoto. Una muta richiesta
d'aiuto, di una parola buona, un abbraccio. Quando me ne andavo non parlavano..,
ma i loro occhi mi seguivano e, voci incerte, mi richiamavano, mi
ricercavano fino a strapparmi la promessa, che sarei tornata nuovamente appena
possibile.
Quella dell'orfanotrofio
fu un' ulteriore esperienza straziante e dolcissima. Ricordo che i bimbi, quando
mi vedevano arrivare , mi si stringevano intorno. Tiravano la gonna. Con
le manine alzate, cercavano le mie; i giocattoli, le caramelle che riuscivo a
portar loro. Li facevo giocare ed ero al settimo cielo, quando riuscivo a
leggere in quei visetti, la serenità, lo sguardo, che ogni bambino
dovrebbe sempre avere. Erano tante le carezze che distribuivo. Con infinita tenerezza li coccolavo. Non avvertivo la stanchezza,
anche se le ore, inesorabilmente passavano..! Ero fiera della mia bella divisa. Gonna blu, camicetta caki,
un foulard fermato da un anello intrecciato in pelle marrone ed un grande
cappello. Orgoglio...,
che non era unicamente circoscritto alla stessa, ma anche a quanto
di bello e buono rappresentava.
Il giorno del
Corpus Domini, Il gruppo delle "Guide" (così si chiamavano e forse ancora si
chiamano le ragazze Scout), erano sempre a seguito, in fila, dietro la
processione. E quale fierezza, avvertivo....! Ignoravo persino il dolore ai
piedi se avevo, come un anno è accaduto, le scarpe nuove e troppo rigide...!
La zia, mi guardava
soddisfatta....,commossa....!
Quegli anni, furono per me
molto importanti. Incisero profondamente sulla mia formazione interiore. Affinarono ulteriormente quanto,
comunque, già possedevo. Una marcata sensibilità ....
Oggi..., osservo
quanti cercano di fare volontariato....C'è ancora chi lo fa con convinzione. E'
solo, però, esigua minoranza a volte neppure inclusa , dove sarebbe
indispensabile.
Nel ricordo di
quegli anni, mi rendo conto che il problema è decisamente meno sentito.
Manca, in troppe persone, lo spirito necessario ad alimentarlo. Comprensione nei
confronti delle persone in difficoltà, l'amore verso il prossimo, il
desiderio di far del bene..... L'umanità vera è una voce, che nasce dentro
ed insistentemente ci dice...:" Fai qualcosa...! Offri un abbraccio. Riceverai
un sorriso. Quel sorriso..., sarà più gratificante di qualsiasi altra ricompensa..!
Offri un piccolo dono... riaprirai un cuore. Regala una parola dolce, gentile.
Ridarai speranza...!".
Ed a quanti hanno sempre
contestato, forse mal interpretato i miei slanci, il mio desiderio di
portare serenità, dolcezza, vorrei semplicemente dire...: " Vivere..., è
solo vegetare se il cuore è morto..! Se non ha nulla di positivo da offrire...!".
Io.., l'ho imparato da
bambina.... l'ho assorbito, affiancando ed aiutando bambini abbandonati, persone
indifese...
Sono trascorsi tanti, tanti
anni da allora. Quella timida ragazzina bionda non esiste più. Gli insegnamenti
conseguenti a quelle toccanti esperienze, non si sono però smarriti nè
estinti, nella donna di oggi..! Ne hanno, al contrario, temprato il carattere,
la personalità. Fedele a quelli che continuo a ritenere gli
ideali, le stesse mie convinzioni, non modificherò mai il mio
comportamento...! Lo spirito Scout di un tempo, rimarrà nelle mie scelte, nei
sentimenti, nella stessa mia espansività, nella vita... per sempre!
Torna
a racconti
|
|